LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Pimonte

Costretta a fare sesso dal branco di ragazzini per due mesi, l'assessore: "Nessuno voleva crederci"

Le violenze nella capanna del Presepe in un posto isolato, il più piccolo del gruppo ha solo 12 anni

di Redazione
Costretta a fare sesso dal branco di ragazzini per due mesi, l'assessore:

Un incubo durato due mesi. Costretta a fare sesso in una capanna che a Natale ospita il presepe di Pimonte. Il fidanzatino che l’ha attirata in una trappola ha video di quegli incontri, in un posto isolato dove le sue urla non si sentono. Dopo di lui, i suoi amici. In fila, a turno. Dal 24 aprile fino al momento in cui la mamma capisce che qualcosa non va e la segue. Per due lunghi mesi diventa vittime di una perversione di gruppo. Lei tace, subisce. Parlano al suo posto solo dei segni sulle gambe, lividi, ferite. Lei ha soli quindici anni diventa il giocattolo di dodici ragazzini che le usano violenza in un posto isolato dei Monti Lattari. Undici ora sono finiti in comunità, il dodicesimo talmente piccolo da dovere intervenire diversamente. Tutti di Gragnano e Pimonte. Il ricatto in quei video con cui la costringono al silenzio continuando ad abusare di lei. Per paura dello scandalo. Anche se poi quando lo scandalo è scoppiato a continuare a tacere è stato un intero paesino. ''Non avrei mai voluto che questi fatti accadessero nel mio Comune. Vivo questo momento come un fallimento delle istituzioni''. C'è sgomento nelle parole del'assessore alla Pari opportunità e alle politiche giovanili Anna Ospizio. La vicenda era di dominio pubblico da tempo. Le violenze sono state anche riprese con uno smartphone, quei video della violenza sessuale mandati anche in una chat. Ora è il momento di interrogarsi tutti. Ieri a parlare è stato solo il parroco, don Gennaro Giordano a cui in queste ultime settimane si erano rivolte due delle famiglie coinvolte. Oggi al posto del sindaco di Pimonte, parla il suo assessore. Una donna che rivendica di avere fatto nella sua comunità iniziative contro la violenza. Ma denuncia anche che in tanti hanno preferito girarsi dall’altra parte, nel paesino di poche migliaia di cittadini nel cuore dei Monti Lattari.
''Ma nessuno voleva crederci- aggiunge l'assessore - ora, purtroppo, con gli arresti, non si può più negare l'evidenza. Per me, il ritardo con cui la ragazza ha raccontato l'accaduto - prosegue l'assessore - denuncia la scarsa fiducia che aveva nelle istituzioni. Ecco perché mi addolora ancora di più tutta questa vicenda. Vorrei capire che cosa è scattato nella vittima per subire tanto a lungo le violenze. Da quattro anni lotto su questo territorio con iniziative nelle scuole e nelle parrocchie, contro la cultura della violenza sulle donne e la discriminazione di genere. Non mi sarei mai aspettata di vivere qui una vicenda simile''. E, invece, è accaduto. 


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26-07-2016 16:58:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA