La paura è una buona arma per difendersi dal virus se non diventa panico. Il professore Faella si muove con una sicurezza, che infonde tranquillità, nel paese diventato in poche ore primo in Europa per numero di contagi da Coronavirus. "Nel mondo esiste come un vaso di Pandora da cui, ogni tanto, esce qualche malattia. Questa è solo una delle tante. Di fronte a una patologia o malattia che non conosciamo, e che si diffonde nel territorio, la paura è non solo un fatto possibile ma direi anche un fatto normale. Deve servire a farci adottare comportamenti e stili di vita corretti per non rischiare di più". Il professore Faella, infettivologo, primario emerito dell’ospedale Cotugno di Napoli, svolge in questi giorni un ruolo importante. Cita prima di tutto i dati: "L’Oms, dice che il coronavirus si manifesta in maniera lieve e moderata nell’80% dei contagiati, solo il 20% invece in forma grave. Così come è logico che le fasce a rischio siano pazienti anziani". Il primario di Castellammare di situazioni complesse nella sua carriera ne ha affrontate tante. E si muove sul filo della conoscenza scientifica per sgomberare il campo sia da facili allarmismi, che da sottovalutazioni in una intervista al quotidiano Metropolis. "Da evitare è il panico, cioè la paura della paura". Il professore stabiese è convinto che l'uscita dal tunnel sia vicina: "Il momento è difficile, ma lo supereremo anche se con qualche difficoltà come abbiamo superato altri. Spero che con la primavera, che quest’anno non sarà maledetta ma benedetta, arriverà la fine dell’epidemia. Perché anche il coronavirus, come ogni malattia, ha suoi destini anche quelli stagionali".
E anche in questo caso, come per l'influenza, ci sono le persone più a rischio, perciò il professore Faella traccia l'identikit delle categorie che devono fare più attenzione: "La maggiore parte dei contagiati sono adulti tra i 45-50 anni e oltre i 70 anni. Questo ci fa capire che i bambini sono meno coinvolti nella catena epidemiologica. Oppure perché la malattia si presenta in loro in modo così lieve o inapparente".
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