La sua poltrona è vuota. E lo resterà. Si autosospende Massimo De Iulio. In attesa della risposta del prefetto che dovrà decidere sul suo destino di consigliere comunale, il politico di centrodestra decide di uscire di scena. “Mi autosospendo dal consiglio comunale” a leggere le righe indirizzate a Palazzo Farnese è il presidente Eduardo Melisse. In silenzio i colleghi di maggioranza e opposizione mentre risuonano le sue parole consegnate all’aula. La scelta è la conseguenza della condanna di De Iulio a tre anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici per una vicenda risalente agli anni 2009 e 2010 in un processo al clan Loreto-Ridosso di Scafati. “Ho maturato la decisione con serenità nel rispetto del mio ruolo e di quello dei miei colleghi, ma soprattutto della mia famiglia” così dice De Iulio che confida nel riscatto affidato ai prossimi gradi di giudizio. “Quelli appena trascorsi sono stati giorni assai difficili, in questa sede desidero ringraziare i miei familiari che mi sono stati vicini in ogni momento e gli altri consiglieri per il rispetto dimostrato”. A questo punto De Iulio si affida al ricorso in appello per vedere ribaltata la sentenza rispetto alle accuse formulate nei suoi confronti dalla direzione distrettuale Antimafia. Per i magistrati il consigliere sospeso si sarebbe rivolto al clan, che da Scafati tesse le sue reti di rapporti fino alla perferia stabiese, per riavere da un imprenditore 6700 euro. “Tonerò quando avrò dimostrato la mia innocenza, nel rispetto dei miei affetti, dei miei elettori e delle istituzioni. Tornerò a combattere per la mia città”. La sua scelta, a questo punto, determina un voto in meno per le minoranze. Se il prefetto dovesse invece optare per la decadenza dall’incarico De Iulio uscirebbe definitivamente di scena, facendo entrare al suo posto l’ex Pd Tina Somma.