Quando è iniziato questo viaggio, afferma Deborah Di Francesco, avevamo due obiettivi: il primo era quello di far nascere una squadra per ricreare una connessione, una contaminazione tra artisti; il secondo obiettivo era quello di farci veicolo di messaggi socialmente utili e che potessero mettere in comunicazione più mondi… in 48 ore, senza conoscere nulla del processo creativo che avremmo affrontato. Insomma, una bella sfida.
Sfida accettata e vinta dalla Filma Manent, team creativo con Deborah Di Francesco e Marco Prato come leader per il 48hfp 2022, rispettivamente nei ruoli di Capo Produzione, Ideatrice del soggetto “Ancora in Fiore”, sceneggiatrice, attrice, casting director e assistente alla regia per la Di Francesco; Regista e Produttore Marco Prato (già regista di “Cartoline da casa mia” e “Sanità”).
Deborah Di Francesco (attrice, educatrice teatrale, operatrice di teatro sociale e civile, educatrice presso Cadm) ed il suo nutrito team con ben 25 partecipanti, portano a casa il Premio del Pubblico e raggiungono l’obiettivo principale del loro lavoro; raccontare il seme della violenza, parlare di ciò che è invisibile e spesso più subdolo, dare voce a ciò che resta inespresso, mettere in luce le vere difficoltà che vivono non solo le protagoniste vittime di abusi e di violenze ma anche quelle che affrontano quotidianamente le figure che supportano dal principio alla fine, le vittime: la dipendenza affettiva.
Questa la tematica di “Ancora in fiore”, questo l’obiettivo del cortometraggio e del team.
“Lavoro in Cadma (Comunità di Accoglienza per donne maltrattate) da molto tempo ed insieme al mio team, abbiamo voluto raccontare quella che è l’altra faccia della medaglia. Perché? Perché si è sempre pronti ad esprimere un giudizio ed etichettare una donna come cattiva madre, come assistente sociale che sottrae i figli, come avvocati che scelgono il male minore… e noi desideriamo far conoscere la realtà dei fatti e le difficoltà che nascono in questi processi. Umanizzare. Dare voce alle problematiche e alle scelte non semplici dei professionisti che fanno parte della rete di salvaguardia e tutela delle donne vittime di violenza.
La dipendenza affettiva esiste ed è la cosa più complessa da dimostrare, ma è la base su cui spesso si erge il complesso meccanismo della violenza e che genera comportamenti disfunzionali e spersonalizzanti, conclude Deborah Di Francesco.
Le protagoniste di questo corto sono un’assistente sociale (donna e madre) interpretata da Deborah Di Francesco, una donna affetta da dipendenza affettiva costretta ad abbandonare sua figlia, interpretata da Gloria Luce Chinellato e una bambina che poi diventa adulta, e viaggia nel tempo alla scoperta delle sue radici, di quell’abbandono che forse le ha fatto troppa compagnia, (Vittoria D’Andrassi e Maria Lomurno).
CREDITS:
Reparto regia/montaggio | Marco Prato regista; Gianluca Signorile aiuto regia; Deborah Di Francesco assistente regia; Andrea Nordi DOP, montaggio; Nicolò Paladino fonico; Lorenzo Polenta assistente montaggio.
Gruppo produzione | Deborah Di Francesco capo produzione; Valentina Coppola Segretaria di produzione e di edizione; Claudio Vitale, Alessia Casieri e Gianluca Signorile assistenti produzione e montaggio.
Soggetto | Deborah Di Francesco.
Reparto sceneggiatori | Deborah Di Francesco, Valentina Coppola, Alessia Casieri, Claudio Vitale.
Reparto fotografi | Ilaria Toscano, Paolo Pirani, Alessia Casieri.
Reparto male up artist | Serena Schiano, Chiara De Felice.
Costumi e scenografia | Serena Schiano.
Reparto compositori | Edmondo Riccardo Annoni, Emanuele Lucchisani, Mauro Mariano Biagio; Michele Gadioli.
Reparto social media manager & content creator | Aldo Dadone, Gabriele Naccarato.
Attori |Gloria Luce Chinellato nel ruolo di Gloria, la madre; Vittoria D’Andrassi nel ruolo della figlia da piccola; Maria Lomurno nel ruolo della figlia da grande; Deborah Di Francesco nel ruolo dell’assistente sociale; Marco Gregorio Pulieri ed Andrea Izzo nel ruolo dei servizi sociali; Giuseppe Baglioni nel ruolo di Ludovico Lanfranchi, il botanico.
In foto: Riccardo Sanzone.