Come una schiava. Chiusa in una stanza fredda senza neanche potere andare in bagno. Ventidue anni di prigionia, con il fratello e la cognata come carcerieri. Fino a che i carabinieri di Bojano, provincia di Campobasso, pochi giorni fa, non l'hanno liberata. La porta chiusa dall'esterno aperta raramente. Si poteva lavare le mani una volta al mese.
Tutto comincia nel 1995 quando la donna, allora di 40 anni, rimane vedova e per non rimanere sola accetta l'invito del fratello di ospitarla nella stanza che era stata dei loro anziani genitori. I primi anni di convivenza trascorrono in tranquillità, ma dopo poco la donna inizia a diventare un peso e viene costretta a spostarsi in una stanza ricavata di fianco alla legnaia, senza riscaldamento.
Per anni la donna non ha avuto accesso a cure mediche, sporadicamente veniva accompagnata da una parrucchiera sorvegliata a vista dalla cognata. Non è mai più uscita da sola neanche per andare sulla tomba del marito e non le è stato mai concesso di fare due chiacchiere con alcuno. Poi sono arrivate ai carabinieri segnalazioni di chi ha deciso di aiutarla. Ora è stata trasferita in un centro dove viene curata.