LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Chiuso noto ristorante dopo l'arresto del gestore dell'Incrocio, i figli: 'Disoccupati per colpe non nostre'

La decisione del Questore di Napoli per 60 giorni

di Redazione
Chiuso noto ristorante dopo l'arresto del gestore dell'Incrocio, i figli: 'Disoccupati per colpe non nostre'

Chiuso per 60 giorni "L'Incrocio", ristorante di Torre Annunziata molto noto nella zona. La decisione è stata presa dal Questore di Napoli dopo l'arresto del gestore Alfonso Contieri. Ma i figli annunciano che non sarà uno stop di due mesi: "Non riapriremo più. Paghiamo colpe non nostre".

La vicenda risale ad aprile quando i carabinieri hanno scoperto all'interno del locale oltre 6 chili di cocaina, armi e munizioni e nella circostanza erano state arrestate due persone, tra cui il gestore, Alfonso Contieri. 
Il provvedimento di chiusura è stato firmato dal Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, su proposta dei carabinieri. Lo scorso 12 aprile i militari, in una operazione congiunta con il Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di Finanza di Napoli, avevano arrestato le due persone all'interno del locale e avevano rinvenuto i 6,6 chili di cocaina pura, una pistola calibro 9×21 con matricola cancellata e completa di caricatore con 10 cartucce e altre 61 cartucce, di cui 38 a salve. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori Contieri avrebbe utilizzato il ristorante come base logistica per le sue attività criminali e la titolare non avrebbe adottato le misure necessarie per impedire che i locali dell'attività venissero utilizzati per i traffici illeciti.
In un post i figli spiegano la decisione di non riaprire più: "Tale chiusura non è stata decisione nostra o frutto di un fallimento bensì decisione derivante dal processo che vede coinvolto nostro padre. Come ben tutti sapete da mesi la nostra famiglia è stata travolta da un vortice che ha scosso tutta la comunità torrese e noi familiari in primis ed in questo vortice purtroppo è finito anche il nostro ristorante. Il NOSTRO ristorante appunto poiché il locale era gestito da nostro padre ma non è lui l’effettivo titolare dello stesso".
Poi sottolineano la loro estraneità alla vicenda: "Ci teniamo a precisare che gli errori commessi da nostro padre sono e verranno giudicati da un giudice nella misura in cui egli ritenga più opportuno ma tali errori non è giusto che ricadano su noi figli e sulla nostra famiglia totalmente estranea ad ogni tipo ti vicenda. Questa attività permetteva a noi figli e alle famiglie dei nostri dipendenti di portare il pane a casa e di preservare la dignità che ognuno di noi ha il diritto di avere. Abbiamo fatto di tutto affinché l’incrocio restasse aperto per continuare a lavorare come da sempre abbiamo fatto e come facciamo da generazioni però purtroppo spesso la legge punisce anche chi di colpe non ne ha, in questo caso è toccato a noi. Ad oggi un’intera famiglia e tutti i dipendenti dell’incrocio saranno disoccupati. Con grande rammarico chiuderemo le porte". 

 

 


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03-08-2022 09:23:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA