La stanza dove gli alunni andavano a comprare snack e coca cola luogo degli incubi per la ragazzina violentata dal bidello. Sesso estorto alla studentessa quindicenne all'interno dell'istituto Ferrari a Castellammare, nel piccolo locale frequentato dai giovani studenti durante le pause delle lezioni. Li' il bidello di 55 anni piegava con la forza le sue vittime di abusi e violenze, nella scuola in cui le famiglie mandavano i loro figli per prepararli alle sfide del mercato del lavoro. Una storia dell'orrore diventata inchiesta quando una delle studentesse non ha sopportato più il peso degli abusi e ha deciso di confidarsi con la mamma. La denuncia alla polizia, i macabri racconti confermati da quella macchia trovata sui pantaloni della ragazza. Sono state le analisi del DNA ad incastrare A.L. arrestato, venerdì, con l'accusa di violenza sessuale proprio negli ultimi giorni del calendario scolastico. Lo stabiese, ai domiciliari, dovrà ora difendersi da un pesante quadro indiziario ricostruito dagli inquirenti sull'uomo e le sue perverse devianze. Un uomo che avrebbero attirato nella sua rete più di una vittima. Sono, infatti, almeno due le alunne dell'istituto tecnico al Savorito, alla periferia di Castellammare, finite nella rete del pedofilo mentre l'inchiesta continua per appurare se ci siano altre vittime. Il bidello a dicembre aveva negato ogni suo coinvolgimento fino a quando ad incastrarlo non è stato il suo DNA. Poi le indagini sono proseguite fino al suo arresto e alla parola fine messa dagli uomini del commissariato di polizia di Castellammare e dalla procura di Torre Annunziata. Silenzio e sgomento, in questi mesi di indagine nella scuola di periferia diventata il luogo degli orrori.