Ungaro ha ceduto. Disponibile a dimettersi da Presidente del Consiglio sblocca la casella che, ufficialmente, dà il via alla formazione della nuova giunta. Sul tavolo un azzeramento di tutti gli incarichi.
Finisce così una guerra di nervi e, non solo, interna alla maggioranza di centrodestra. È servito il sacrificio della poltrona più ambita a Palazzo Farnese, dopo quella del sindaco, per disinnescare la crisi nella coalizione di governo di Cimmino mentre Castellammare è in piena emergenza Covid.
Sulla porta della stanza in cui fino ad oggi è stato Ungaro, c'è già Emanuele D'Apice, pronto ad entrare. Torna in consiglio comunale invece l'uomo che, per anni, è stato più vicino a Cimmino e resta a guardare cosa saprà fare il sindaco.
La strada per il primo cittadino non è certo in discesa. Sistemata la crisi all'interno della sua lista, con la staffetta Ungaro-D'Apice, in sospeso tutto il resto.
Non si sa ancora quanti assessori usciranno e chi resterà fino al ritorno alle urne. Cimmino, a questo punto, dovrebbe cambiare tutta la squadra di governo.
Le quotazioni interne danno sicuramente in uscita l'assessore alla scuola Diana Carosella e il collega ai lavori pubblici Giovanni Russo.
Alle loro si aggiunge la poltrona vuota di assessore alla cultura, che aspetta dalla scomparsa dell'attore Lello Radice.
Un ingresso porterà la bandiera di Forza Italia, tra le ipotesi ci potrebbe essere anche il consigliere Antonio Cimmino che, passando in giunta, farebbe entrare in aula Lucarelli. Il partito di Berlusconi sponsorizza anche l'ingresso di Amedeo Di Nardo, ma a quel punto direbbe addio anche l'assessore al bilancio Stefania Amato.
Un'altra nomina sarà targata Nuova Democrazia cristiana e poi c'è il partito di Fratelli d'Italia.
Intanto Cimmino dà il via alle consultazioni con una foto e una dedica a Ungaro: "L’amicizia prima di tutto. Sempre uniti per il bene della città!
L'amicizia è un valore, nella vita come in politica. E un gruppo forte e unito è la base su cui costruire un'amministrazione solida, che volge lo sguardo al futuro".
Ma l'operazione del cambio di presidente è il risultato di un'operazione di guerra e difficilmente lo strappo con Ungaro potrà essere recuperato. Adesso l'ex fedelissimo resta a guardare e Cimmino dovrà dimostrare di riuscire a riportare veramente la pace in casa sua. E sacrificare la squadra che ha fortemente voluto solo due anni e mezzo fa.
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