LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Castellammare, uccisero per la vendetta di Scanzano: rischio ergastolo per Vitale e Savarese

A processo i due killer incastrati dal pentito Pasquale Rapicano

di Redazione
Castellammare, uccisero per la vendetta di Scanzano: rischio ergastolo per Vitale e Savarese

I due killer hanno eseguito l'ordine dei boss. Raffaele Carolei è la vittima designata per fare capire a tutti che Scanzano non dimentica e vendicarsi della sua partecipazione all'omicidio di Giuseppe Verdoliva, fedelissimo di Michele D'Alessandro. Una trama di vendette e sangue, in stile Gomorra, che ora gli inquirenti della Dda stanno ripercorrendo una puntata alla volta, chiudendo i conti aperti con la giustizia grazie ad arresti e processi. Fissato il giudizio immediato per Gaetano Vitale, di 44 anni e Giovanni Savarese di 48, i due uomini dei D'Alessandro che i pentiti indicano come i killer del cugino del boss Paolo Carolei. Ucciso e poi fatto sparire nel settembre del 2010, il suo corpo non è mai stato trovato. Adesso per i due fissata la prima udienza in Corte d'Assise ad inizio luglio, per entrambi il rischio di essere condannati all'ergastolo per quella morte dalla sequenza da film.  La vittima viene attirata nell’abitazione di Catello Rapicano, nel centro antico, per sfuggire alle telecamere di videosorveglianza. Raffaele Carolei è tranquillo, vuole partecipare agli affari del traffico di droga. Pensa sia un appuntamento tra futuri soci, non immagina stia per scattare una vendetta dopo tanti anni. Non sospetta di essere finito in una trappola, quando si siede in cucina per discutere con gli uomini dei D'Alessandro. Fatto ingresso nell’appartamento, Carolei viene fatto accomodare al tavolo della cucina, dove in un attimo di distrazione è preso alle spalle da Catello Rapicano che, bloccandolo nei movimenti, permette a Giovanni Savarese di posizionargli al collo una corda, tirata alle estremità rispettivamente da quest’ultimo e da Pasquale Rapicano, mentre Gaetano Vitale gli blocca le mani per impedirgli di potersene liberare. Carolei prova a difendersi, dice che la famiglia sa dove si trova, ma poi il suo cuore si ferma. E ora Vitale e Savarese dovranno difendersi dall'accusa del pm Cimmarotta di essere stati il braccio che ha eseguito il volere della cupola della cosca di Scanzano.
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10-05-2021 19:09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA