"Si sono stato io, ma lui mi ha aggredito con quella mazza da baseball". Padre e figlio armati l'uno contro l'altro. Suo è stato il colpo fatale. Antonio Napodano ha ucciso il figlio con una coltellata. L'epilogo tragico di una violenta lite in un quartiere di periferia a Castellammare quattro anni fa. Peppe resta a terra nel sangue e con un'auto viene portato in ospedale dove morirà sedici giorni dopo a quaranta anni. Responsabile del peggiore dei delitti rischia ora quattordici anni di carcere. Questa la richiesta del pubblico ministero come ultimo capitolo della storia giudiziaria di una tragedia familiare. Ora toccherà alla difesa, affidata all'avvocato Francesco Schettino, dimostrare che l'uomo voleva solo difendersi dal figlio nella prossima udienza fissata a maggio. "Io non volevo uccidere mio figlio" ha ripetuto l'uomo dai primi momenti di quel terribile epilogo nel 2016. Una lite degenerata al punto che a padre e figlio non è bastato picchiarsi. "Peppe mi ha colpito con una mazza da baseball" ha raccontato Antonio Napodano ai pm di Torre Annunziata. Così nella piazzetta del Savorito, davanti alla statua di Padre Pio, il padre ha risposto con quel coltello. "Mi aveva colpito alla testa" ha continuato a ripetere in questi anni. Quelle ferite hanno costretto, però, Peppe Napodano in un letto di ospedale per sedici giorni. Due gli interventi chirurgici subiti. Un tentativo di ripresa del quarantenne, poi il peggioramento. Fino alla morte che ha mandato nella disperazione la moglie e i figli. Una tragedia risultato di liti familiari e gelosie alimentate da anni di incomprensione, da quando Antonio Napodano, 65 anni, si era risposato. La vittima era agli arresti domiciliari per droga e nella piazzetta del Savorito non avrebbe neanche dovuto esserci. Ma voleva parlare col padre di quella sua assenza alla comunione della figlia. Il nonno Antonio non era al fianco della nipote nel giorno più bello. Sin dall'inizio troppi i silenzi attorno al dramma, dalla decisione di non chiamare l'ambulanza, ma portare Peppe Napodano in auto fino all'ospedale. Poi la morte per cui il padre ora rischia quattordici anni di carcere.