Tutto molto veloce. I registi dell'operazione scioglimento hanno calcolato tempi e modi secondo un canovaccio perfetto. In quattordici si sono visti ieri da un notaio di Gragnano per mandare a casa Pannullo, ma mentre il sindaco del Pd e i suoi fedelissimi ancora non hanno metabolizzato l'effetto sorpresa, già si sente aria di campagna elettorale. A quarto scioglimento anticipato in meno di quindici anni, Castellammare torna a votare a tempo di record. Per pochissimi giorni il comune, considerato una roccaforte Pd, sarà inserito nella tornata amministrativa di primavera. Il commissario prefettizio avrà giusto il tempo di insediarsi, che già dovrà fare le valige. Il quindici febbraio il governo fisserà la data del voto che, probabilmente, sarà individuata tra fine maggio e inizio giugno. I partiti e le coalizioni dovranno quindi chiudere in fretta la fase di commenti e lacerazioni successive allo scioglimento per rimettere su gli schieramenti da presentare agli stabiesi. Una mossa probabilmente calcolata dalle opposizioni che hanno sostenuto la decisione dei sei dissidenti di Pannullo, cogliendo al balzo l'occasione che si offriva. Favorito il centrodestra, dopo che due sindaci del Pd sono stati mandati a casa, uno dopo l'altro, da un pezzo della maggioranza con cui si sono presentati agli elettori e hanno governato. Una sorte toccata anche ad un sindaco di destra come Luigi Bobbio, ma che a sinistra annovera tra i primi cittadini traditi anche la lady di ferro Ersilia Salvato. Un voto delle amministrative che subirà anche l'effetto onda di quanto accadrà alle politiche di marzo. Qui si gioca una partita importante anche il movimento Cinquestelle per cominciare ad entrare tra i protagonisti di una città che non ha mai tributato ai grillini i consensi necessari per conquistare un posto in prima fila.