LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'iniziativa

Castellammare, studenti del Seniore simulano un processo: la storia di Oliva stuprata e costretta a sposarsi

L'insolita udienza domani al Palazzo di Giustizia a Napoli

di Redazione
Castellammare, studenti del Seniore simulano un processo: la storia di Oliva stuprata e costretta a sposarsi

Un processo simulato, con la partecipazione di magistrati e gli studenti del Liceo Plinio Seniore di Castellammare di Stabia, che interpreteranno i ruoli di giudice, pubblico ministero, persona offesa, imputati e avvocati: la singolare udienza è in programma dalle 15 di domani, nella sala Arengario del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, su iniziativa della sottosezione dell'ANM di Torre Annunziata nell'ambito del progetto 'Percorsi di legalità'". Il processo - spiega una nota della Giunta esecutiva sezionale del Distretto di Corte d'Appello di Napoli - si ispira alla storia raccontata nel libro "Oliva Denaro" della scrittrice Viola Ardone e narra della vicenda di Oliva, una ragazzina di 15 anni che abita in un paesino della Sicilia degli anni '60 dove il diffuso sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe a subire un abuso, lo stupro, e il conseguente matrimonio "riparatore".

Oliva però si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il pesante prezzo del suo rifiuto. "Il tema - evidenzia la nota - è dunque quello della violenza contro le donne, del loro ruolo nella società, e della necessità che il diritto non solo si adegui al mutare dei valori sociali e culturali, ma soprattutto rappresenti un fattore di crescita, di promozione e di rimozione degli ostacoli… 'che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione…', come detta la Costituzione".

Il libro trae ispirazione dalla storia, nota, di Franca Viola, la giovane di Alcamo che nel 1965 aveva rifiutato di sposare un uomo, appartenente peraltro alla criminalità del suo paese, malgrado il sequestro di persona e le violenze subite. Tutto succede sotto l'egida di norme che sancivano l'estinzione del reato di violenza sessuale attraverso il cosiddetto matrimonio riparatore, e prevedano significative attenuanti per chi uccidesse la moglie, la figlia o la sorella al fine di difendere "l'onor suo o della famiglia". Franca Viola, davanti a coloro i quali l'avevano condannata come "svergognata" per la violenza subita, pronunciò in un'aula di Tribunale, nel 1965, parole che meritano di essere ancora ricordate: "Io non sono proprietà di nessuno….l'onore lo perde chi fa certe cose, non chi le subisce". Se oggi quelle norme ci sembrano indegne di un Paese civile, vuol dire che il tempo non è passato invano. Ma è pur vero che la realtà sociale e quella giudiziaria ci dimostrano che la strada da percorrere è ancora lunga, in Italia come nel resto del mondo.


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20-04-2023 11:04:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA