I rapporti pericolosi tra clan e politici a Castellammare. Un capitolo su cui i magistrati dell'Antimafia continuano a lavorare per chiudere la storia sommersa di cui è già stato svelato un pezzo importante con il processo al via il primo luglio. Si ritroveranno in un'aula di Tribunale l'imprenditore Adolfo Greco e i capi delle cosche tra Castellammare e i Lattari. Per la prima volta in un'inchiesta anche Teresa Martone la vedova del boss a cui gli inquirenti assegnano un ruolo da capo dell'organizzazione. Saranno anche ascoltate le vittime delle estorsioni. Uomini di affari e manager di aziende, da cui per la Dda i clan avrebbero preteso il pizzo con cui finanziarsi e a cui avrebbero imposto assunzioni di figli e parenti di camorristi. Ma l'inchiesta non si ferma. Ottenuta una proroga alle indagini di altri sei mesi nei confronti di altri indagati. Si tratta di personaggi al vertice del clan di Scanzano, che non essendo destinatari di misura cautelare non finiranno a processo per l'estate. Tra loro i capi Vincenzo D'Alessandro, Pasquale D'Alessandro, Sergio Mosca e Paolo Carolei. Una stretta sui due figli del boss e capo indiscusso Michele. Enzo D'Alessandro si trova in un regime di sorveglianza al Nord, mentre Pasquale al 41 bis. Con loro oltre Mosca, Paolo Carolei a cui gli inquirenti affidano un ruolo da regista nei rapporti con Greco per la realizzazione del centro residenziale sull'ex area Cirio e con l'imprenditoria stabiese. Adesso la Dda avrà altri sei mesi per mettere insieme i pezzi che mancano e scrivere l'ultimo capitolo sui clan e i politici a Castellammare. Si tratta di trovare i riscontri a quanto raccontato dai collaboratori di giustizia, un pezzo storia coperto dal segreto istruttorio ma che potrebbe presto portare a nuovi sviluppi.