Diciotto ex consiglieri comunali condannati. Si chiude cosi il processo “Gettonopoli” che ha visto imputati maggioranza e opposizione, eletti accusati di truffa ai danni dello Stato per due milioni di euro. Secondo l’accusa avevano intascato gettoni di presenza per commissioni consiliari mentre si trovavano altrove. L'apertura dell'inchiesta con gli inquirenti che avevano seguito i consiglieri a scuola o a fare la spesa, mentre risultavano presenti al comune a discutere sui problemi di Castellammare. La condanna più pesante è toccata a Carlo Nastelli, eletto nel centrosinistra. Ma il verdetto ha colpito in modo bipartisan e gli ex consiglieri dovranno anche risarcire i danni per gli anni dal 2005 al 2010. Condannati Giuseppe Amato ad un anno e quattro mesi di reclusione, Amedeo Di Nardo ad un anno e due mesi di reclusione, Rosa Cuomo ad un anno e quattro mesi di reclusione, Antonio Iovino ad un anno e cinque mesi di reclusione, Ignazio Esposito ad un anno e sei mesi di reclusione, Franco Cascone ad un anno e sei mesi, Ida Scarpato ad un anno e sei mesi di reclusione, Vito Galasso a due anni e sei mesi di reclusione, Lorenzo Esposito a due anni e un mese di reclusione, Francesco Castellano a due anni e cinque mesi di reclusione, Antonio Cinque ad un anno e due mesi di reclusione, Anna Scevola a due anni di reclusione, Camilla Scala a due anni e cinque mesi, Annamaria Maiello a due anni e undici mesi, Mimmo Cuomo a un anno e 9 mesi di reclusione. Assolti Nino Longobardi, Antonio Giaquinto, Antonio Ricolo, Nicola di Martino e Biagio di Ruocco. Condannati anche i dipendenti del comune di Castellammare Giovanni Battista Vingiani a due anni e sei mesi e Giuseppe Cozzolino a due anni di reclusione, che all'epoca erano segretari di commissione. Per l’ex consigliera Maiello il risarcimento danni è anche nei confronti dell’Asl in quanto dipendente della struttura sanitaria. In sede civile sarà calcolato l’intero danno economico arrecato dai condannati che dovranno risarcire alle parti civili tra cui il comune di Castellammare di Stabia. Una stangata per quasi l'intero consiglio comunale.
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