LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il caso

Castellammare, Sebastiano Corrado: l'omicidio ordinato dal boss

Riaperta l'inchiesta, quattro indagati: anche un sindaco

di Redazione
Castellammare, Sebastiano Corrado: l'omicidio ordinato dal boss

Si riapre un'inchiesta che ha accompagnato la storia degli intrecci tra camorra e politica per trenta anni. È il sostituto procuratore Cimmarotta ad iscrivere nel registro degli indagati il vertice del clan D'Alessandro, ritenuto dalla Dda responsabile dell'omicidio di Sebastiano Corrado nel 1992.

Ricostruiti anche i retroscena di quel delitto che ha segnato Castellammare per decenni. Fu un sindacalista ad accompagnare Corrado, funzionario dell'Usl 35 e rappresentante della UIL, fuori dall'ospedale per essere sicuro che non ritardasse all'appuntamento con i suoi killer.

Erano le 14 e 10 minuti dell'undici marzo del 1992 quando fu ucciso il consigliere comunale del PDS Sebastiano Corrado. Dopo trenta anni la Dda ha iscritto nel registro degli indagati il boss Luigi d'Alessandro per avere ordinato l'omicidio del politico con il fratello Michele, morto in carcere per un infarto. Il capo del clan ne decise la morte perché per la camorra Sebastiano Corrado avebrebbe intascato più tangenti senza dividere le mazzette con la cosca.


Con lui sono accusati di quel delitto gli affiliati al clan Catello Buonomo e Vincenzo Messina, poi defunto,  che erano deputati dall'organizzazione criminale a trattare con il politico e funzionario dell'azienda sanitaria locale le mazzette sugli appalti dei lavori nell'ospedale. E il sindacalista Gregorio Brunetti, che avrebbe avuto dal clan il compito di portare Corrado in orario al suo appuntamento con la morte. Si tratta di un'indagine nella fase iniziale e le quattro persone raggiunte da un invito ad un interrogatorio dovranno spiegare la loro posizione in merito a quella morte.

Per la Dda, che ha ricostruito i punti oscuri di questo delitto eccellente, a sparare fu il killer Ugo Lucchese che lo affiancò con una moto ad un centinaio di metri dall'ospedale in una strada parallela al San Leonardo. Lucchese non sarebbe stato solo, ma l'altro uomo non è stato ancora identificato.

Per il sostituto procuratore Cimmarotta a determinare la sua condanna fu un atto a firma dello stesso Sebastiano Corrado con cui stabilì di frazionare i vari appalti in modo da affidarli direttamente alle imprese edili, senza dividere i soldi delle tangenti con il clan. Nei prossimi giorni i quattro indagati dovranno presentarsi davanti ai magistrati ella Dda per essere interrogati.


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12-04-2022 07:37:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA