Il cibo della vita di Rosanna Fienga, capo chef del ristorante di Castellammare Francesco e co, attraversa tradizioni familiari, aneddoti e visione contemporanea della cucina. Sono i piatti che devono accompagnare chi, ai fornelli, non vuole soltanto dare da mangiare agli ospiti del ristorante ma offrire una parte di se. Il libro, “Il cibo della vita” (edito da Albatros) è il racconto di una donna che, insieme al marito titolare del noto locale stabiese di via De Gasperi, ha voluto essere moglie, imprenditrice, ma soprattutto cuoca, perché in un universo, quello culinario, dominato da chef maschi, la sensibilità femminile può fare la differenza. Il volume è stato presentato dal professor Pierluigi Fiorenza e dalla giornalista Titti Esposito in una serata, quella di venerdì, ingolosita da leccornie artigianali e sperimentazioni sensoriali. “In duecento pagine – spiega Rosanna Fienga – “ci sono racconti familiari e tante declinazioni di piatti anche molto semplici. Lo sapete che esistono ben quindici varianti degli spaghetti aglio ed olio? E quante interpretazioni delle melanzane alla parmigliana o della genovese? Bisogna saper soddisfare ogni palato”. Le ricette proposta dalla Fienga non si limitano soltanto ad essere trascritte in un libro ma vanno oltre, diventando reali attraverso i video tutorial disponibili inquarando con lo smartphone i Qr code abbinati. “Non lasciando spazio all’immaginazione o a dubbi – commenta la chef – ognuno può seguire le preparazioni passo passo”. “Il cibo della vita” è l’ultimo progetto a cui Rosanna Fienga ha lavorato perché lo scorso anno, insieme ad amiche ed imprenditrici stabiesi, ha realizzato l’iniziativa benefica di Natale “La spesa sospesa” e “Chefmania” un kit di utensili idispensabili per chi vuole avvicinarsi ai fornelli. “Il cibo è un compagno di viaggio – ripete la chef – che ci lega ad eventi, situazioni, storie che hanno costellato la nostra vita. Storie che si ripetono nel palato ad ogni assaggio". A proposito del libro, Vittorio Panchetti, amico di fmiglia ed ex dirigente Rai International, ha detto: "E’ una sintesi di ricordi familiari che raccontano i mutamenti sociali e culturali, che si legge con lo stesso piacere con cui si assaggia un piatto di paccheri dei monti Lattari".