LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, restano in cella i colonnelli del clan D'Alessandro

Il Riesame ha respinto i ricorsi e confermato l'inchiesta della Dda

di Redazione
Castellammare, restano in cella i colonnelli del clan D'Alessandro

Restano in carcere. Il Riesame respinge il ricorso presentato dai narcos arrestati a inizio giugno. Niente da fare per i colonnelli coinvolti nel traffico di droga che avevano chiesto la scarcerazione. Resta in cella Antonio Longobardi, ras dello spaccio nel Cicerone, a cui nel tempo Sergio Mosca, per la Dda tra i registi dell'affare droga, aveva dato incarichi sempre più importanti. Toccava a lui recuperare i soldi da chi tardava a versare nelle casse della cosca di Scanzano. E sempre Longobardi si vanta di avere punito chi non rispettava il patto di Scanzano e di utilizzare spranghe e pistole per imporre l'obbedienza. Con lui resta in carcere anche Marco Cimmino per la Dda un broker del clan, deputato ad avere rapporti anche fuori Regione per garantire sempre la quantità di droga necessaria alle richieste del mercato stabiese. Un'inchiesta, quella che ha portato a 26 arresti, che ricostruisce l'intera mappa dell'affare droga con un traffico di stupefacenti in arrivo dalla Calabria e viene confermata dalle decisioni del Riesame. Cosi è respinto il ricorso anche per Antonino Alfano, accusato di gestire la piazza della droga a Privati a pochi passi dalla roccaforte della cosca. Restano ai domiciliari Luigi Staiano e Tommaso Naclerio. Gli investigatori, intanto, continuano a cercare Giovanni D'Alessandro, ritenuto dagli inquirenti ai vertici dell'organizzazione con Mosca. Non si esclude che, in questi venti giorni, sia riuscito ad allontanarsi da Castellammare grazie ad una rete di complicità. Continuano le ricerche per chiudere in cella uno dei boss di un clan decapitato da quest'ultima inchiesta sul traffico di droga.
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21-06-2020 21:49:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA