LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Castellammare, ras in concorrenza per le piazze di spaccio

I narcos Spagnuolo e Delle Donne in affari al centro città

di Redazione
Castellammare, ras in concorrenza per le piazze di spaccio

Due ras provavano a sfidare Scanzano. Non a tutti stava bene il "patto" che obbligava a chiedere il permesso ai capi della cosca su ogni mossa. Libera concorrenza anche tra le piazze di spaccio. E’ questo il quadro che emerge dalle intercettazioni, che hanno portato all’arresto di 26 persone circa una settmiana fa. Ancora due i personaggi di spicco latitanti: Antonio Di Martino e Giovanni D’Alessandro, il primo reggente del clan di Pimonte dei cosiddetti Leonardi, ed il secondo tra i tre boss alla guida del clan D’Alessandro a Castellammare. E’ proprio su Castellammare che si concentra l’attività di vendita dello stupefacente che, a quanto risulta dai tanti verbali in possesso del pool investigativo, era gestito "in monopolio" dal clan di Scanzano. Dalle captazioni dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata emergono nuovi risvolti nella gestione delle piazze, e si registrano anche discorsi in cui alcuni affiliati lamentano la cattiva gestione del clan scanzanese. «E ch’è sistema chist? – dice uno degli intercettati. Francesco Delle Donne a Nino Spagnuolo, alias o capastort – Nino chist anna venì a dama a nuje». In effetti i due stanno cercando di organizzare alcune piazze di spaccio sotto la loro diretta gestione. E’ il caso della riorganizzazione della piazza di spaccio della zona mercato di Castellammare. Un popoloso quartiere del centro cittadino che proprio lo Spagnuolo, durante i vari discorsi di riorganizzazione, afferma al sodale « a’ ccà dret c’è proprio bell (indica che la zona individuata è fiorente)». Si tratta di una zona in effetti di facile accesso ai tanti consumatori di droga che avrebbero “il prodotto” a portata di mano. A dare le direttive per la riorganizzazione sono loro, Spagnuolo e Delle Donne: a gestire sarebbero un giovane minorenne, presentato da altro sodale al gruppo, che poi nel corso delle indagini si scopre abbia proposto ai capi anche la volontà del padre a fare l’attività di vendita. Stando alle intercettazioni i due capi puntano a “distruggere” le piazze di spaccio concorrenti. Prima organizzano “il direttivo” della piazza indicando anche una quarta persona, che non può gestire perchè in regime di semilibertà per altra condanna, quale procacciatore di clienti: «dai solo un occhio, metti spia, poi per la parte tua stai a pensiero mio...», poi danno direttive sul confezionamento delle dosi: « devo fare le stecche di 20 euro a 5 grammi e 10 euro 2 grammi e mezzo, aggia distruggere...» In effetti l’obiettivo principale, oltre alla gestione della nuova piazza, è anche lo sbaragliamento della concorrenza. Come nella pratica commerciale quotidiana legale, anche nell’apertura e gestione delle piazze di spaccio ci si organizza, soltanto che gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, in questo caso, sono i capiclan, gli scanzanesi appunto. ***SEGUE***
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08-06-2020 11:09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA