Come parlare ai ragazzi nell'era dei social? È questo l'interrogativo che Don Mario pone questa mattina in un confronto con il maestro di strada Cesare Moreno e l'assessore Armida Filippelli a Castellammare. "Voglio stimolare la politica e la chiesa locale ad accendere i riflettori sui problemi dei nostri ragazzi" dice ad una affollata nel capannone che è stato trasformato in un'Accademia per i giovani che hanno difficoltà. Sia per i rischi legati ai rischi della criminalità organizzata sia per disagi psichici o economici.
"L'Accademia è un luogo dove proviamo a prevenire il disagio dei ragazzi" dice il sacerdote. Poi racconta una storia: "Negli anni 90 un giovane mi chiese soldi per drogarsi. Il padre era uno del clan d'Alessandro. E io lo convinsi ad entrare in comunità e lo portai a Pimonte. Prima ha fatto un percorso di recupero, poi è ricaduto. È andato in carcere. Da lì mi ha scritto. Mi ha spiegato: 'Ho capito che la camorra è più distruttiva della droga. Quel ragazzo uscito di cella è scomparso. Si parlò di lupara bianca. È stato poi un collaboratore di giustizia a raccontare la verità. Ucciso sgozzato e il suo cadavere fu buttato nel fiume. Il problema del futuro della nostra umanità è più grave di quello ecologico".
L'assessore Armida Filippelli ricorda che a volte i ragazzi "sono esposti a rischi. Dipende da chi frequenti, dove abiti. Perciò bisogna lottare contro la dispersione scolastica. Dobbiamo dare una possibilità ai ragazzi, magari con un apprendistato pagato. Sono le competenze a dare la dignità".
Spiega Moreno: "Sono le parole che creano i pensieri. Oggi più che le risposte ci faremo insieme delle domande. Chi riesce ad usare le particelle in un discorso e chi no, è una principale differenza tra ragazzi. La domanda è ce l'abbiamo una relazione con i giovani?". Una domanda che attiene agli adulti: "Abbiamo difficoltà a stabilire una relazione anche in famiglia non solo a scuola".