LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il caso

Castellammare, racket a commercianti: condannati i Cesarano

Otto anni di cella a Vincenzo e Giovanni Cesarano

di Redazione
Castellammare, racket a commercianti: condannati i Cesarano

Venti estorsioni. Alcune riuscite e altre tentate. Tutte che hanno avuto come vittime commercianti ai quali venivano imposti servizi e forniture tra cui slot machine, oltre al pizzo per evitare che i locali finissero nel mirino con ritorsioni.

Racket nei confronti di imprenditori nel salernitano, a Castellammare di Stabia e Pompei. In missione i colonnelli dei clan  Cesarano, sul territorio stabiese e Matrone e Loreto/Ridosso a Scafati. Cosche che durante le fasi estorsive erano andate anche in rotta di collisione tra di loro tanto che il clan stabiese aveva preso di mira i Matrone individuando il genero del boss, Peppe Buonocore, quale capo da colpire.

La sentenza condanna ras e soldati a 125 anni di carcere. Sul versante stabiese incassa 8 anni e mezzo il boss di Ponte Persica Vincenzo Cesarano, alias ‘o mussone, e 8 anni e un mese a Giovanni Cesarano. Sono 8 gli anni per Aniello Falanga; stessa condanna per il figlio di Giuseppe Buonocore, Vincenzo, a cui è caduta la contestazione di associazione; 6 anni e 8 mesi per Ferdinando Cirillo di Boscoreale (assistito dall’avvocato Rino Carrara, per lui erano stati chiesti 13 anni. Quindi 4 anni e 9 mesi per Raffaele Di Ruocco (difeso da Roberto Attanasio, per cui erano stati chiesti 13 anni di reclusione; un mese in più per Pasquale Panariello di Scafati (assistito dai legali Gennaro De Gennaro e Silvia Palomba), per cui erano stati chiesti 13 anni. 
 L’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi (anche da guerra), violenza privata e illecita concorrenza. Tutti reati commessi tra il 2014 e il 2019 ai danni di attività commerciali e atti minatori verificatisi sui territori scafatesi e vesuviani. 


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12-11-2022 10:11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA