"No alla guerra tra poveri. Rinunciamo, qui faremo a meno dei buoni pasto del Comune". Una ottantina gli aiuti messi in campo per un boom di domande in tutti i quartieri di Castellammare. Sette per le tante famiglie dalla vita difficile a Moscarella. Usa Facebook per spiegare ai suoi fedeli perché la sua parrocchia continuerà da sola ad aiutare le famiglie che non hanno i soldi per fare la spesa. Con un post don Antonio Santarpia esce dal circuito creato dall'amministrazione Cimmino, che ha chiesto ai parroci una collaborazione per indicare le famiglie in situazioni peggiori. Poi l'annuncio dell'iniziativa ha innescato una pioggia di richieste rispetto ai buoni a disposizione. Soprattutto con la seconda ondata dell'epidemia riscatta la stretta su negozi e attività e nei quartieri di periferia la crisi si acuisce. Scrive don Antonio: "Volevo chiarirvi la questione dei buoni spesa che il Comune intende dare ad alcune famiglie, affidando alle parrocchie la scelta di sette destinatari". L'effetto annuncio ha creato una lunga fila di richieste di aiuto soprattutto dove povertà e fame sono in ogni condominio. Spiega don Antonio: "Dal momento che la cosa è stata sbandierata in ogni modo, e che in parrocchia sono arrivate già tantissime richieste del buono spesa comunale, come si fa a scegliere solo sette famiglie ed escluderne tantissime altre che certamente avranno a che dire nei confronti della parrocchia? Se rimandiamo queste famiglie al Comune, questo li rimanderà a noi con la scusa che eravamo noi a dover scegliere...penso che succederebbe una guerra tra i poveri. Per questo pensavo di non aderire all'iniziativa del Comune: quello che abbiamo lo divideremo con tutti, senza preferenze ed esclusioni, come sempre. Sarebbe anche una occasione per aiutare le persone a crescere nel senso di comunità-famiglia. Entro oggi devo dare una risposta. Cosa mi suggerite?". Una domanda a cui la risposta è stata già data.
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