Pagavano tutti. Da 150 a cinquemila euro. Nessuno diceva di no al clan D'Alessandro. Soprattutto i gestori di bar e locali in centro, nella zona della movida tra piazza Umberto I e il lungomare, costretti a pagare il pizzo agli uomini di Scanzano.
È il quadro inquietante che emerge dalla conclusione delle indagini della Direzione distrettuale Antimafia che ha portato a 35 avvisi di garanzia nei confronti degli affiliati alla cosca stabiese.
Un ruolo di primo piano è assegnato ad Augusto Bellarosa che dal 2011 al 2015 avrebbe svolto un ruolo di capo all'interno dell'organizzazione criminale. Si occupava, così come si legge nei capi di imputazione, degli appalti pubblici.
Questi i nomi delle persone destinatarie dell'avviso conclusione indagini: Michele D’Alessandro, Michele D’Alessandro (rispettivamente di 44 e 30 anni), Luigi Calabrese, Annunziata Napodano, Antonio Rossetti, Teresa Martone, Rosaria Iovine, Nino Spagnuolo, Augusto Bellarosa, Luciano Verdoliva, Nicola Tramparulo, Paolo Spagnoletta, Ciro Sorrentino, Antonio Gambardella, Gianfranco Ingenito, Antonio Schettino, Sabato Schettino, Ferdinando Schettino, Nunzio Nastro, Pasquale Esposito, Gennaro Esposito, Antonino Alfano, Vincenzo Di Palma, Giovanni Savarese, Stefania Boccia, Antonio Di Martino, Rossano Apicella, Francesco Di Mario, Nunzio Girace, Alfonso Arpaia, Costantino Spalice, Michele Napoldano, Valentino Marrazzo e Pasquale Rapicano.