LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




La storia

Castellammare, paziente guarito dal Covid: 'I segni non andranno più via'

L'appello di Pasquale Muollo: 'Fate attenzione, non dimenticherò mai la sofferenza di chi non ce l'ha fatta'

di Redazione
Castellammare, paziente guarito dal Covid: 'I segni non andranno più via'

"Sono guarito, ma dovrò continuare a controllare i miei polmoni". E' tornato a casa dopo un mese in ospedale e due tamponi negativi che segnalano il risultato di una battaglia vinta. Dimesso dal Covid Hospital di Torre del Greco lo stabiese Pasquale Muollo racconta la sua esperienza. Una testimonianza da monito a chi, a Castellammare e altrove, sottovaluta ancora gli effetti del virus. Trasferito con l'ambulanza Covid, chiuso in una barella di contenimento come tutti i pazienti positivi, oggi ritorna indietro a 33 giorni fa. La parte più dura nel pronto soccorso di Castellammare: "Non dimenticherò mai quegli occhi di paura, quelle urla di chi era attaccato al ventilatore e la sofferenza di chi stava male e di quelli che non ce l'hanno fatta". Ricordi che si è portato a casa come altri pazienti guariti dal Covid. "Non è facile per me parlare di questa esperienza. Lo faccio per senso di responsabilità e dovere morale e civico, nei confronti dei miei concittadini stabiesi e non solo. Con grande difficoltà personale, ma è mio dovere fare capire la dura realtà di questa situazione tragica in corso". Comincia così la sua storia: "33 giorni fa mi sono trovato chiuso in una (busta) di bio contenimento, i miei parametri si mantenevano sulla sufficienza, ma lui covid era dentro. Non mi capacito come sia arrivato, ho rispettato sempre le regole: distanza, mascherina, lavaggio mani e disinfettante ogni volta che serviva". Il ricovero a Torre del Greco, la cura e poi le dimissioni. Ma il Covid non è andato via completamente dalla sua vita. Davanti a sé il paziente stabiese ha due mesi di terapia e controlli per tutta la vita: "Dopo 28 giorni di ospedale sono tornato a casa. Ma la strada è lunga ancora, due mesi di terapia a casa e per il futuro controlli ai polmoni, perché i segni non andranno più via". Forte nella memoria le immagini dei primi momenti in ospedale: "Sembrava un film, essere circondato dagli operatori, con quelle tute, dove vedevi solo gli occhi e sentivi una voce non chiara, visto che avevano tutto chiuso, si chiamano eroi-angeli". Adesso che è a casa Pasquale Muollo non dimentica i medici e infermieri che l'hanno curato: "Sono angeli. Ma non esiste un aggettivo o un vocabolo per definire il loro duro operato". Molti dei medici sono volontari, trentenni e a volte anche più giovani, pagati per avere scelto di assistere i pazienti in corsia. A loro si rivolge lo stabiese uscito dal tunnel del Covid: "Voglio ringraziare tutti. Dottori, infermieri, operatori sanitari e e addetti alla sanificazione". Ma per il paziente di Castellammare fondamentale è fermare la catena del contagio: "Rispettate queste semplici regole, siate responsabili per voi, i vostri cari, figli e amici. Un sacrificio ora, per non dovere passare quello che abbiamo passato noi".
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22-11-2020 10:06:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA