Il clan D'Alessandro ha votato per il PD nei 2013 e per Forza Italia nel 2018. Tutte e due le volte ha scelto lo schieramento e la forza politica vincente a Castellammare.
Lo dicono le inchieste che stanno ricostruendo i legami tra la cosca di Scanzano e i politici stabiesi. Con i 35 avvisi di garanzia agli uomini della cosca si chiude un'inchiesta della Dda in relazione agli anni 2013 fino al 2015. Individuando in Nunzio Bellarosa uno dei vertici della cosca. Bellarosa avrebbe incontrato secondo gli inquirenti della Dda il padre di un esponente del PD e a sua volta tra gli uomini forti dei Dem. Durante un incontro in auto si ribadisce l'esistenza di un patto elettorale, come oggi scrive il quotidiano Metropolis.
In serata sulla vicenda interviene il PD di Castellammare con una nota: "Apprendiamo dal quotidiano Metropolis che nel corso della campagna elettorale per le amministrative del 2013 un soggetto non meglio specificato avrebbe chiesto sostegno elettorale ai referenti della consorteria criminale dei D'Alessandro. Tale indiscrezione sarebbe emersa dalle indagini chiuse pochi giorni fa per l'inchiesta Cerbero.
Il Partito Democratico Stabiese chiede che venga fatta piena luce. Le accuse mosse sono inquietanti e di una gravità estrema.
Non faremo come le altre forze politiche, che a fronte di notizie simili hanno taciuto, sminuendo quanto accertato dalle forze dell'ordine come fatti di poca importanza, non siamo tutti uguali e rimarchiamo con forza la nostra diversità".
I Dem ribadiscono: "La storia del nostro partito è sempre stata chiara e netta nel contrastare ogni tipo di fenomeno delinquenziale di infiltrazione e condizionamento, allontanando coloro che hanno rapporti con la criminalità.
Ribadiamo con forza, alla luce di quanto emerso, che non faremo sconti a nessuno, qualora dovessero emergere responsabilità di soggetti legati al nostro partito non esiteremo a prendere provvedimenti di espulsione".