LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, pasticcio Meb gli operai e Vescovini: 'Minacciati, chiudiamo con Torre'

L'imprenditore: 'Nessuna guerra tra poveri, ma tra ricchi. Mi rivalgo su Damiano'

di Redazione
Castellammare, pasticcio Meb gli operai e Vescovini: 'Minacciati, chiudiamo con Torre'

Abbandonano il campo, niente investimenti a Torre Annunziata. Vescovini e gli ex operai della Meb ancora senza un'area in cui realizzare l'azienda che riporta la produzione in Campania e i lavoratori a casa. Ma il clima si fa sempre più teso e si parla di minacce subite. Il riferimento è ad un'assemblea avvenuta ieri proprio a Torre Annunziata con i lavoratori della Damiano, l'azienda che secondo l'Asi dovrebbe lasciare i capannoni a Vescovini. Un pasticcio che rischia di finire in Tribunale tra l'imprenditore arrivato dal Nord e la CGIL, il sindacato intervenuto in difesa degli operai torresi. "SBE-SUD srl comunica che in seguito agli insulti e alle minacce subiti dai propri dipendenti e dal suo legale rappresentante, il dottor Alessandro Vescovini da parte di importanti rappresentanti sindacali in occasione di in un evento organizzato presso la ditta Damiano motors, svoltosi il 2 luglio 2021,è costretta a declinare il proprio interesse a realizzare un nuovo sito produttivo presso il capannone di via Terragneta a Torre Annunziata di proprietà della stessa società, per il quale aveva inviato ad ASI Napoli una lettera di intenti nel mese di Aprile 2021 ed in seguito alla quale la stessa ASI Napoli nel mese di Maggio aveva predisposto apposito decreto di esproprio, trattandosi di immobile dismesso. L’azienda SBE-SUD, i suoi dipendenti ed il suo legale rappresentante, colpevoli di cercare di creare nel territorio una nuova impresa e di volerlo fare in un capannone dismesso e che fino a ieri era in vendita, sono stati accusati in occasione di questo evento nell’ordine: di mettere i lavoratori l’uno contro l’altro, di scatenare una guerra tra poveri, di fare spionaggio e addirittura di avere interesse nel portare avanti una strategia della tensione volta, riportando le parole dello statista dirigente Fiom Antonio Santorelli 'alla creazione di un meccanismo di schiavitù dei lavoratori'". In realtà lo scontro tra la Fiom e Vescovini è già avvenuto questo inverno quando gli operai di Castellammare hanno dovuto scegliere se restare con il gruppo Fontana, che ha trasferito la sua azienda a Torino, o abbracciare il progetto di Vescovini. A questo punto scatta il piano B. La fabbrica potrebbe essere realizzata nel salernitano. "L’azienda, suo malgrado, è stata costretta a rivedere i propri piani e di decidere per una diversa location per realizzare il suo nuovo stabilimento in Campania, ritardando così di diversi mesi, con gravissimo pregiudizio, la realizzazione del piano industriale pianificato" spiega una nota con cui Vescovini annuncia di chiudere la trattativa su Torre Annunziata, per la verità già più che arenata. "Di questo enorme danno subito, SBE-SUD ritiene direttamente responsabile la Damiano motors che prima ha messo in vendita il capannone, il cui annuncio di vendita era presente sul web fino a poche ore fa, poi lo ha fatto visionare ad un nostro addetto, il signor Vincenzo Potesta, che incredibilmente distratto nella circostanza non si accorse della presenza di alcun lavoratori, poi ci ha fornito le planimetrie ancora in nostro possesso, poi , non appena ricevuto la notifica di esproprio da parte di Asi Napoli improvvisamente non solo ha cambiato idea e si è reso conto che l’immobile che pensava di vendere fino ad un minuto prima fosse diventato indispensabile per la sua attività industriale , ma ha pensato di mettere in scena una tragicommedia grottesca volta all’insulto e alla intimidazione verso il titolare ed ai dipendenti di SBE-SUD. Per questo motivo SBE-SUD si riserva di tutelare i propri diritti e la propria onorabilità presso le sedi competenti nei confronti di Damiano Motors e di tutti coloro che hanno minacciato e offeso nell’occasione della kermesse presso la Damiano Motors del 02/07/2021, l’azienda i suoi dipendenti e il suo legale rappresentante". Vescovini non sceglie certo il linguaggio della pace nei confronti del gruppo Damiano che ha rifiutato di vendergli i capannoni: "Non ci sarà quindi nessuna guerra tra poveri, ma solo guerra tra ricchi , senza spargimenti di sangue, ma con tante carte bollate; alla fine, tra qualche tempo un giudice stabilirà finalmente chi in questa vicenda si può definire un imprenditore e chi invece è stato solo un commediante di quarto ordine, commediante che sarà costretto a pagare profumatamente gli ingenti danni materiali e morali procurati". E la storia continua.


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03-07-2021 10:02:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA