Quattro lunghi mesi di angoscia. Arrivato al Cardarelli per curare un tumore, Gerardo Ferraro non ne è mai più uscito. Morto per un'infezione: è il terribile epilogo della sua storia. Dopo la tragedia i familiari hanno presentato una denuncia contro ignoti. Vogliono che sia la magistratura ad accertare se sia stato fatto tutto il possibile per salvare lo stabiese, il cui cuore ha smesso di battere a soli 53 anni. Sul caso dell'operaio Fincantieri aperta un'inchiesta dalla Procura di Napoli. Nei giorni scorsi sequestrata la cartella clinica del dipendente dello stabilimento stabiese e disposta l'autopsia su incarico del pm napoletano che si sta occupando della vicenda. Gerardo Ferraro non sarebbe morto, secondo le prime ricostruzioni della complessa vicenda, in seguito alla sua malattia. Ad essere fatale sarebbe stata un'infezione che lo ha colpito e che non è collegata alla patologia per la quale è stato ricoverato. Ad assistere i familiari, la moglie e i figli, nel difficile momento è l'avvocato Libera Cesino. I familiari chiedono di accertare se ci siano responsabilità da parte della struttura sanitaria. Un'inchiesta ancora alle battute iniziali, ma che potrebbe allargarsi in quanto quello di Gerardo Ferraro non sarebbe un caso isolato. Nel frattempo, chiusa la prima fase dell'inchiesta, il pubblico ministero ha disposto il dissequestro della salma. I funerali dell'operaio, ieri mattina, in una Cattedrale affollata di colleghi e parenti. In tanti si sono stretti attorno alla famiglia per la perdita di un uomo amato e stimato da tantissimi a Castellammare.