Lotta ad oltranza. Gli operai Fincantieri ancora in sciopero per difendere il futuro dello stabilimento di Castellammare. Dopo l'occupazione della Statale sorrentina, di ieri mattina, prosegue la protesta. I sindacati hanno giudicato "arrogante" la risposta dei vertici dell'azienda leader della cantieristica al sit in di ieri. Fincantieri ribadisce la sua volontà di investire, ma ai lavoratori non basta dopo anni in cui l'impegno di investimenti per 110 milioni di euro è rimasto sulla carta e alle porte c'è la trasformazione del porto in polo crocieristico. Il capogruppo consiliare Giovanni Nastelli, operaio dello stabilimento stabiese, tra quelli che ieri hanno chiesto un intervento delle istituzioni: "Urge un incontro con i deputati del territorio e quelli eletti nel nostro collegio sulla vicenda Fincantieri; tale richiesta è già stata inoltrata ai miei riferimenti politici Attraverso il tavolo permanente istituito in comune c’è bisogno di un iniziativa mirata a far chiarezza e sgomberate dubbi sul futuro del cantiere e dei suoi lavoratori". Per i prossimi giorni i lavoratori hanno bloccato gli straordinari e indetto alcune ore di sciopero ogni giorno: "Questa situazione di impasse nuoce a tutti e non si può continuare in un clima confusionario e di incertezza, altrimenti lo sciopero di stamattina dei lavoratori sulla statale rappresenterà solo l’inizio di una lunga serie di proteste e disordini . Fincantieri è un’azienda in forte crescita, i lavoratori di Castellammare si sono dimostrato all’altezza delle sfide che richiede un mercato sempre più globalizzato, coadiuvati da un sindacato che nel corso di questi anni si è dimostrato responsabile e riformista L’occupazione di nuove aree di cui necessità il nostro stabilimento deve essere definito a stretto giro con l’Autorità Portuale,Fincantieri, Regione Campania, il comune e i sindacati alfine di creare le premesse, correlati allo stanziamento dei finanziamenti strutturali, per un rilancio definitivo del nostro sito produttivo, perché il punto resta cosa faremo non nei prossimi 20 mesi ma nei prossimi 20 anni".
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