SABATO 23 NOVEMBRE 2024




Il caso

Castellammare, omicidio del consigliere Tommasino: 'Collegato a doppio filo con il clan'

Mosca decise di ucciderlo perchè 'mancavano soldi e spendeva indebitamente il nome dei D'Alessandro'

di Redazione
Castellammare, omicidio del consigliere Tommasino: 'Collegato a doppio filo con il clan'

Era in rapporti stretti con Sergio Mosca, suocero di Pasquale d'Alessandro, fratello di Vincenzo, capo dell'omonimo clan di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli che decise di ucciderlo perché spendeva indebitamente il nome del clan: sarebbe questo il movente che secondo la DDA di Napoli ha determinato l'omicidio, in un agguato scattato in pieno centro, nel pomeriggio del 3 febbraio 2009, del consigliere comunale del Partito democratico, Luigi Tommasino, ucciso in auto, mentre era in compagnia del figlio all'epoca 15enne.

Il gip di Napoli Marco Giordano, che ha emesso l'ordinanza con la quale vengono formalizzate nuove accuse a sei persone, alcune già detenute, tra cui figurano anche i presunti mandanti di quell'efferato omicidio, sottolinea, insieme con la Procura di Napoli, i legami "a doppio filo" tra Pasquale D'Alessandro e Luigi Tommasino, detto Gino. Per gli inquirenti - i carabinieri di Torre Annunziata e la DDA (pm Giuseppe Cimmarotta, procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) a ordinare l'omicidio Tommasino sarebbero stati il capoclan Vincenzo D'Alessandro e Sergio Mosca. Gli esecutori materiali sono stati già tutti individuati e condannati per quel brutale assassinio: si tratta di Renato Cavaliere, Raffaele Polito, Salvatore Belviso e Catello Romano.

I collaboratori di giustizia, tra cui figurano Belviso e Polito, per esempio, indicano i mandanti. Proprio Belviso descrive nei minimi particolari le azioni del commando e anche il movente: "Mosca Sergio ha dato l'ordine di uccidere Tommasino Luigi direttamente a me e, nel darmelo, mi ha detto che Tommasino era una persona che, essendo diventata politicamente importante grazie all'appoggio del clan D'Alessandro, non aveva rispettato gli impegni prendendo le distanze". Polito ha anche fatto riferimento, durante le sue dichiarazioni, che le ragioni dell'omicidio erano da ricondurre a una presunta sottrazione di denaro, 30mila euro. Una informazione che afferma di avere avuto da Belviso. A dare l'ordine sarebbe stato Pasquale Mosca (che inizialmente voleva solo ferirlo alle gambe) al quale il capoclan Vincenzo D'Alessandro non si è opposto ("è meglio che lo uccidiamo proprio, ce lo leviamo davanti").

Figurano anche coloro che sono ritenuti i mandanti dell'omicidio del consigliere comunale Pd, Gino Tommasino, ucciso a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, il 3 febbraio 2009, tra le sei persone arrestate stamattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. I militari stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia (pm Giuseppe Cimmarotta) e i destinatari dei provvedimenti sono ritenuti legati al clan D'Alessandro.

Le indagini dei carabinieri e della Procura di Napoli avrebbero fatto luce su quattro omicidi avvenuti tutti in quel periodo, circa 15 anni fa. I mandanti dell'omicidio Tommasino sarebbero Vincenzo D'Alessandro e Mosca Sergio (quest'ultimo detenuto al 41bis). Arrestati anche Paolo Carlei (da ieri in
carcere), Catello Romano, (divenuto noto in quanto autore di una tesi di laurea in cui ha confessato diversi omicidi), Michele Massa e Antonio Lucchese ritenuti coinvolti in una serie di omicidio e tentati omicidi come il duplice omicidio di Carmine D'Antuono e Federico Donnarumma, avvenuto del 2008, quest'ultimo colpito
casualmente in quanto il vero obiettivo dei killer era Carmine D'Antuono.


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30-05-2024 13:39:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA