Sì al progetto di videosorveglianza di Castellammare, tra i 9 comuni del Napoletano finanziati con fondi del Viminale. I progetti per la videosorveglianza e quelli di carattere sociale presentati da 9 Comuni dell'area metropolitana di Napoli - Acerra, Afragola, Casoria Castellammare di Stabia, Ercolano, Marano di Napoli, Portici, Pozzuoli e Torre del Greco - finanziati dal Fondo Unico Giustizia del Ministero dell'Interno, per importi compresi tra i 68 e i 42 euro, per il potenziamento delle iniziative di sicurezza urbana, sono stati discussi ed approvati dal Comitato per l'Ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto ieri.
Presieduto dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, al vertice hanno partecipato l'assessore alla legalità e Polizia locale del Comune di Napoli, il questore, il comandante provinciale di carabinieri, il comandante provinciale della guardia di finanza, i comandanti della polizia metropolitana e della polizia locale e il dirigente della zona telecomunicazioni Campania e Molise della polizia di Stato. Diverse le tematiche affrontate. Il contributo riconosciuto potrà essere utilizzato per: l'acquisto e l'installazione di sistemi di videosorveglianza conformi alle caratteristiche prescritte dalle vigenti direttive impartite dal Ministero dell'Interno; l'acquisto e l'installazione di apparati tecnologici e di sistemi per il potenziamento delle sale operative e per la loro interconnessione; la messa in sicurezza e riqualificazione delle aree degradate; la realizzazione, l'adeguamento, il potenziamento e la messa a norma delle camere di sicurezza nella disponibilità delle Polizie locali; la realizzazione e l'adeguamento dei sistemi di foto segnalamento; la messa in sicurezza degli immobili abbandonati o sgomberati; la prevenzione del disagio giovanile, della dispersione scolastica e della devianza minorile, con particolare riferimento al bullismo e al cyberbullismo, alla violenza giovanile e al fenomeno delle baby gang; la gestione dei minori stranieri non accompagnati, dei soggetti senza fissa dimora e in condizione di fragilità psicofisica nonché dei nuclei familiari in condizioni di particolare vulnerabilità sociale; il monitoraggio nelle zone a maggiore aggregazione giovanile per prevenire e contrastare il fenomeno della cosiddetta mala movida; progetti di impegno civico.