Una infermiera del reparto di neonatologia con il coronavirus. Un dato risultato dal test rapido e che ora dovrà essere confermato dal tampone. Ad accendere l'allarme il primo esame a cui sono stati sottoposti tutti gli operatori dell'ospedale. Ma solo con il secondo esame si potrà sapere se l'infermiera è stata contagiata. Una collega del 118, invece, e' a casa con la febbre e l'affanno da giorni in attesa di conoscere il verdetto dal suo test. Non si ferma la catena del contagio che lega, l'uno all'altro, gli operatori sanitari dell'ospedale San Leonardo, finiti nell'elenco della Protezione civile dei positivi. Una situazione che ha portato anche al trasferimento del direttore sanitario dell'ospedale, Mario Muro e al ritorno al Pronto soccorso del primario Pietro Di Cicco, che era stato inviato a riorganizzare il Covid di Bosco. La tensione del resto non si abbassa da quando, giovedì sera, una dottoressa ha avuto l'esito del suo tampone poco prima di partire con l'ambulanza per trasportare i pazienti e rispondere alle chiamate di aiuto. Un tampone positivo che l'ha costretta all'isolamento nella sua abitazione di Gragnano. Il secondo medico contagiato, dopo il dottore stabiese, a Castellammare sul fronte più esposto del rischio. Mentre gli stabiesi vivono una tregua da più di 48 ore, con il bollettino della Protezione civile fermo a 31 casi, aumentano gli operatori sanitari coinvolti con il pericolo che possano contagiare pazienti con altre patologie e familiari. Nel corso della riunione che, il personale del 118 ha avuto ieri mattina con il coordinatore Salvatore Criscuolo, è arrivata sempre la stessa richiesta di dispositivi di Protezione all'altezza del rischio a cui sono esposti. Una richiesta che i sindacati fanno da settimane ricostruendo una rete di contagi che, ad oggi, conta quindici tra medici e infermieri contagiati nel San Leonardo.
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