LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, moglie del boss dei Cesarano aguzzina di imprenditori stabiesi: tre arresti

In cella Annamaria Cafiero, ordinanza in carcere per Nicola Esposito

di Redazione
Castellammare, moglie del boss dei Cesarano aguzzina di imprenditori stabiesi: tre arresti

Da nove anni 5500 euro al mese. Una scadenza inderogabile. La moglie del boss ha continuato a pretendere la rata del pagamento usuraio anche durante il Covid. Ferendo alla testa la vittima che chiedeva di rinviare il pagamento a causa dello stop nel settore del turismo e della ristorazione. Una famiglia di imprenditori stabiesi per anni vittima del boss dei Cesarano e della moglie. Una vita di inferno per essere caduti nella rete usurai di Nicola Esposito. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito tra Pompei e Castellammare di Stabia, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta e coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 3 persone, indagate per usura, estorsione e lesioni personali aggravati dal “metodo mafioso”. Il provvedimento rappresenta l’epilogo di una complessa indagine condotta dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata e della Compagnia di Castellammare di Stabia, che ha tratto origine dall’approfondimento di alcune operazioni finanziarie anomale e che è stata ulteriormente sviluppata a seguito di denunce presentate da una famiglia di imprenditori stabiesi operanti nel campo del turismo e della ristorazione, incapaci di far fronte alle ingenti pretese usurarie dei loro carnefici, soprattutto a seguito dell’inasprirsi della crisi economica dettata dall’emergenza sanitaria, tuttora in atto. In particolare, sulla base delle risultanze emerse nell’ambito delle indagini, condotte mediante intercettazioni telefoniche, ambientali, escussioni testimoniali e l’esame dei sistemi di videosorveglianza comunali e privati, le Fiamme Gialle hanno ricostruito un circostanziato quadro indiziario a dimostrazione dell’illecita attività usuraria posta in essere sin dal 2011 da Nicola Esposito (detto “o’ mostr”), leader pro tempore indiscusso del “clan CESARANO” e attualmente recluso al “41 bis”, che avrebbe prestato all’imprenditore circa 550.000 euro, in contanti, richiedendone il pagamento di interessi annui pari al 120% del capitale concesso. Dopo il suo arresto, avvenuto nel 2014, la riscossione delle rate mensili è stata effettuata e garantita da sua moglie, Annunziata Cafiero, che si è avvalsa anche della collaborazione di un familiare, attualmente irreperibile. In particolare, gli indagati avevano costretto le vittime al pagamento mensile degli interessi (5.500 euro) fino a quando quest’ultime non fossero state in grado di restituire in un’unica tranche anche l’intero ammontare del prestito elargito (cd. “usura conto capitale”) con il rischio, quindi, di non porre mai fine al soffocante rapporto di soggezione con i propri aguzzini e l’incombente pericolo, in alternativa, di cedere agli aguzzini la direzione e la gestione aziendale delle attività imprenditoriali. Le vittime, esasperate dalle continue pressioni ed intimidazioni nonché da imprecazioni minacciose, avevano tentato in tutti i modi di poter sfuggire ed evitare gli incontri con i propri vessatori i quali, il più delle volte, hanno eseguito veri e propri “agguati” in puro stile camorristico. In particolare, nel corso dell’ultimo incontro avvenuto lo scorso luglio tra la vittima e la moglie del boss, quest’ultima non ha esitato persino ad aggredire la vittima procurandole lesioni alla testa.
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12-08-2020 08:26:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA