DOMENICA 03 NOVEMBRE 2024




L'inchiesta

Castellammare, l'impero del clan D'Alessandro: maxi sequestro da 15 milioni di euro

Ville, porche, conti correnti e imprese in tutta Italia

di Redazione
Castellammare, l'impero del clan D'Alessandro: maxi sequestro da 15 milioni di euro

Un pezzo dell'impero. Un patrimonio da 15 milioni di euro che i D'Alessandro avrebbero costruito con il traffico di cocaina e marijuana. Auto di lusso, ville, appartamenti e imprese finiti sotto sequestro. Una mappa degli affari della cosca che, negli ultimi anni, sono stati affidati a Sergio Mosca e Giovannone d'Alessandro. I due uomini chiave dell'inchiesta che, nella mattinata di ieri, ha portato all'arresto di 26 tra colonnelli e broker, ma in cui sono indagate una quarantina di persone. Ricostruito il giro di affari che il "sistema" dirigeva. Una cupola che impartiva gli ordini alla base incassando i guadagni. Famiglie della cosca stabiese che vivevano avendo a disposizione beni e liquidità giustificate solo dal business illegale. Auto di lusso utilizzate anche per ostentare il potere, come una porche con cui girava uno degli uomini dell'organizzazione. Dieci le vetture sequestrate e due gli scooter. Tredici tra appartamenti e ville residenziali in tutta Italia, come una proprietà per le vacanze a Palinuro. Parte di un patrimonio immobiliare costituito un pezzo alla volta. Quarantasei tra conti correnti, libretti di risparmio, depositi di titoli, carte di credito con rapporti con banche dalla Toscana agli istituti di credito stabiesi e poi gli investimenti imprenditoriali. Un'azienda di prodotti caseari dei Monti Lattari, un negozio di articoli di pelletteria nella zona stabiese, una società gestore di servizio per taxi situate a Castellammare di Stabia, un negozio di oggettistica cimiteriale a Rosarno, la città con cui la cosca aveva stretto un patto siglato dalla ndrangheta e quote di società in un’azienda di Castellammare di Stabia, che si occupa di cibo per asporto, e ad un’impresa edile di Salerno. Partecipazioni per riciclare denaro, ma anche per entrare nelle gare d'appalto. Un affare del mattone da cui il clan D'Alessandro non ha mai avuto voglia di uscire. Un sequestro di quindici milioni di euro che rappresenta solo una parte di quel tesoro costruito in decenni di egemonia camorristica in una città strategica del Mezzogiorno.
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04-06-2020 21:00:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA