Eutalia Esposito dice addio al consiglio comunale di Castellammare, entra Michele Starace. Alla sua seconda esperienza, appena entrato in aula, questa mattina, pronuncia un lungo discorso sulla difficile fase che vive la città con le verifiche in atto da quando gli ispettori inviati dal prefetto di Napoli, allora si trattava di Marco Valentini poi sostituito da Claudio Palomba, stanno facendo sul fronte dei rapporti tra politica, uffici comunali e criminalità organizzata. Tra poco più di un mese i componenti della commissione d'accesso dovranno inviare la loro relazione per decidere se sciogliere l'amministrazione Cimmino per infiltrazioni camorristiche.
Sul tema del contrasto ai clan si sofferma a lungo Starace, che siede tra i banchi dell'opposizione come primo dei non eletti nella coalizione di Andrea Di Martino, dopo la rinuncia dell'ex consigliere Nino Gordano. Per l'esponente di sinistra lo scioglimento è ormai scontato: "La Commissione d’accesso si è insediata ormai da circa 5 mesi e le voci che si rincorrono, anche leggendo i giornali, non promettono nulla di buono per la città per i prossimi 18 mesi. A quanto pare lo scioglimento del consiglio comunale è scontato ma, sia chiaro, non lo auguro, certo, per il bene della città. Proprio a tal proposito, all’indomani dell’insediamento dei commissari ho auspicato le dimissioni dell’intero consiglio, proprio per evitare un lungo commissariamento dell’assise comunale. Non fa bene a nessuno un’amministrazione sciolta per infiltrazioni camorristiche soprattutto non fa bene alla città. Ma ormai siamo ai titoli di coda: tra poco più di un mese ci sarà il verdetto e, ripeto, mi auguro si concluda con un nulla di fatto e questa amministrazione possa quantomeno dettare qualche soluzione ai tanti problemi cittadini".
Poi aggiunge "lotta ai clan significa garantire trasparenza della gestione pubblica, evitare continui affidamenti diretti e sotto soglia (magari sempre alle solite ditte appartenenti ad amici di amici). Proprio su quest’ultimo punto, e basta scorrere l’albo pretorio, avrei tanto da dire e tanto da chiedere ma lo vedremo in seguito e nelle sedi opportune. Lotta alla camorra significa evitare di frequentare a qualsiasi titolo camorristi anche se si è cresciuti nello stesso quartiere o nella stessa fede calcistica. Lotta alla camorra significa evitare qualsivoglia scambio mafioso/elettorale. Su questo ultimo punto basta ricordare la massiccia presenza di esponenti di spicco dei vari clan presenti sul territorio stabiese all’interno dei seggi elettorali durante le elezioni del 2018. Non storcano il naso alcuni colleghi consiglieri, non è questa la sede, poi anche questo lo vedremo in seguito".
Poi il passaggio sul Presidente del consiglio Emanuele D'Apice e l'applauso al padre, condannato per i suoi rapporti con il clan, di cui in aula si ricordò la memoria: "Lotta la camorra è anche rinnegare propri familiari che hanno scelto di vivere nel malaffare. Purtroppo nessuno di noi si sceglie i propri familiari ma sicuramente abbiamo la possibilità di scegliere di dissociarci da chi prende strade sbagliate e soprattutto abbiamo l’obbligo morale di non chiedergli voti. Ma anche questo lo vedremo in seguito e nelle sedi opportune". Un intervento che ha aperto un dibattito politico in aula, questa mattina, cambiando l'ordine dei lavori in attesa della replica del sindaco Cimmino".