LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, le mani dei D'Alessandro a Sorrento: condannato Nino Spagnuolo

A processo per avere imposto i suoi uomini in locali e discoteche

di Redazione
Castellammare, le mani dei D'Alessandro a Sorrento: condannato Nino Spagnuolo

Gestiva locali e eventi da Castellammare a Sorrento. I soldi erano dei D'Alessandro i contatti e le relazioni sue per aumentare il volume di guadagni del clan di Scanzano. Condannato a 8 anni e 4 mesi di reclusione Nino Spagnuolo, 45 anni, alias «capastorta», ex reggente del clan ritenuto molto vicino al boss Vincenzo D'Alessandro. Pena ancora più severa per il suo complice in penisola sorrentina. Dovrà scontare11 anni Massimo Terminiello, 42enne di Meta.

Sono stati accusati dall'Antimafia e ritenuti colpevoli con la sentenza di primo grado arrivata ieri di avere puntato al controllo della movida sorrentina. Gestori di locali e imprenditori dovevano accettare il diktat del clan di Castellammare di Stabia soprattutto per la sicurezza. Imposta l'assunzione di almeno sei persone come buttafuori in alcuni locali attraverso una società prestanome in locali e discoteche. Il clan D'Alessandro avrebbe imposto le assunzioni di buttafuori ad almeno due discoteche e un bar, anche nell'estate 2020, dopo la prima emergenza Covid.

A luglio scorso il pm della Dda Giuseppe Cimmarotta aveva chiesto per i due imputati la condanna a dodici anni ciascuno. Dall'inchiesta è poi emerso che il colonnello del clan sarebbe stato anche il vero proprietario del «Plan B», discoteca che si trovava nella periferia di Castellammare, nel frattempo già confiscata, acquisita a patrimonio del Comune e destinata a diventare un centro sportivo. 

 


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27-10-2022 09:10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA