LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'iniziativa

Castellammare, la storia di Teresa Martone a capo del clan di Scanzano

Le donne di camorra in un libro di Vincenzo Zurlo

di Redazione
Castellammare, la storia di Teresa Martone a capo del clan di Scanzano

Teresa Martone a capo della cosca che per anni ha fatto affari con la droga e le estorsioni a Castellammare. Donne spietate, risolute. E sanguinarie. Talvolta come e più degli uomini. Donne che esercitano il potere mafioso con lo stesso piglio dei propri compagni, e che riescono a scansare per lungo tempo inchieste e carcere per via di quel ruolo volutamente meno mediatico che le rende quasi invisibili anche agli occhi degli investigatori.

Donne che sono cerniera tra passato, presente e futuro di un clan, inculcando a figli e nipoti i disvalori del crimine organizzato. 
Sono le donne raccontate nel libro ‘Mamma camorra. Nel vento del male’, il secondo libro dello scrittore Vincenzo Zurlo. La storia di Teresa Martone, moglie del fu boss Michele D’Alessandro, trova spazio nel testo edito da Stylo24 e in vendita su Amazon (a Castellammare di Stabia è disponibile anche presso il punto vendita della Mondadori). Lei incarna la figura di quelle camorriste che poco appaiono ma tutto controllano: «Molti collaboratori parlano di un suo lunghissimo periodo di comando durato oltre un ventennio e coinciso con la detenzione del marito prima e dei figli poi - è un passaggio del libro - ma non riescono mai a fornire ai magistrati la prova definitiva». Lei incarna la figura di quelle donne di camorra che non solo governano le attività illecite ma sono «educatrici e catechiste» dei (dis)valori malavitosi. Nel libro, Zurlo cita a tal proposito un episodio: è Teresa Martone ad accompagnare il nipote da un imprenditore con il quale il clan D’Alessandro aveva aperto un canale di dialogo in funzione del racket delle estorsioni. Per il giovane è il battesimo di fuoco, nel solco degli insegnamenti di lady camorra. 
Ecco, la donna svolge una funzione centrale nel mondo del malaffare. Per questa ragione l’autore auspica interventi più decisivi: è necessaria «una evoluzione della normativa in materia di reati di mafia commessi dalle donne» perché la donna «è il capitale sociale su cui tutto si fonda». Parimenti, ragiona Zurlo, va intrapresa un’azione incisiva sui figli di chi vive di malaffare. Il destino dei ‘figli d’arte’ è già scritto, spiega Zurlo: «Chi nasce in una famiglia di mafia farà il mafioso e quei pochi casi che sfuggono a questo impietoso destino non fanno nemmeno statistica». Per questo «i giudici dovrebbero adottare per i minori decisioni analoghe a quelle adottate nei casi di famiglie in cui accadono violenze o i genitori sono tossicodipendenti». In altri termini Zurlo spinge per una normativa che consenta di allontanare i ragazzi da contesti familiari malavitosi. 
Nel libro sono raccontate le storie di oltre 30 donne di camorra. Molte provenienti dall’area sud di Napoli. Oltre a Teresa Martone, Zurlo si sofferma sulle figure di Pupetta Maresca, Annamaria Carotenuto (Torre del Greco), Antonella Madonna ed Enrichetta Corda (entrambe di Ercolano). Un viaggio nel ‘volto gentile’ del male che racconta una verità ormai nota: la donna di camorra «è spietata e assetata di potere, capace di una vendetta determinata e lucida» e «partecipa a pieno titolo alla vita associativa criminale».


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18-01-2023 16:02:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA