La carriera, i successi e il fango in un film. La storia di Fabio Quagliarella in breve video. Dopo la visione dell’instant movie “The untold truth” che ne ripercorre la carriera il calciatore ha pianto di commozione. Nel docufilm anche la vicenda che lo ha visto vittima di uno stalker, agente della polizia postale, che per anni lo ha perseguitato, obbligandolo a lasciare Napoli. “E’ piu’ semplice segnare da meta’ campo che ripercorrere quella vicenda”, ha detto il 38enne attaccante di Castellammare di Stabia della Samp a fine proiezione. “Il documentario ti fa ripercorrere le tappe salienti della carriera e della vicenda, ti fa male”, ha aggiunto Quagliarella, “io sono introverso e non aver dato anche ai miei ex compagni di squadra come Leo (Bonucci) e altri la parte gioiosa di me, perche’ difficilmente ero partecipe, perche’ dentro ero morto, mi e’ dispiaciuto. E dispiace per quello che ha subito la mia famiglia”.
L’epilogo della vicenda, con la condanna a 4 anni e 8 mesi per lo stalker Raffaele Piccolo, e’ coinciso con l’arrivo a Genova, alla Samp, del giocatore: “La Samp mi ha aiutato a ritrovare entusiasmo per questo sport: il mio ritorno a Genova e’ coinciso con la chiusura di questa vicenda. Qui mi sono sentito sempre a mio agio e sono contento di aver dato il meglio di me con questa maglia”.
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