GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, la lettera di Pupetta Maresca a Greco: "Rovinata dai pentiti"

Sequestrata a casa dell'imprenditore per chiedere l'assunzione del figlio

di Redazione
Castellammare, la lettera di Pupetta Maresca a Greco:

"Sono nei guai per colpa dei pentiti". Una lettera di una madre, dal passato pesante, rivolta ad Adolfo Greco. Trovata a casa dell'imprenditore insieme a soldi e agendine sequestrate. Ma quella lettera è firmata "Pupetta Maresca". La donna, mai ricevuta dall'uomo d'affari in cella dal 5 dicembre dell'anno scorso, gli scrive per perorare la causa del figlio. Chiede un posto di lavoro, la stabiese che negli anni di guerra tra vecchia camorra e la NCO di Raffaele Cutolo, era contro il boss di Ottaviano. A lei l'imprenditore non apre la porta. E' nella lista nera degli amici di Raffaele Cutolo e non sa che quando la storia della sua vita, e dei suoi guai con la giustizia, diventa una serie tv Greco ride di lei a telefono con il socio Antonio Polese. Insieme nel passato per l'acquisto del Castello, per cui furono a processo per favoreggiamento, e nel presente con l'affare per la riconversione dell'area Cirio a Castellammare, fino a quando il proprietario della Sonrisa a Sant'Antonio Abate non è morto, ridono della serie tv poi sospesa tra le polemiche. Una lettera che salta fuori tra le carte sequestrate il 5 dicembre scorso nella casa dell'imprenditore, durante l'udienza del processo di oggi in cui ha deposto uno degli investigatori dell'inchiesta che, con Greco, ha portato in cella i capi di quattro cosche. L'ispettore Savarese, del commissariato di Castellammare, in una lunga deposizione ripercorre, un fotogramma alla volta, la processione dei boss che chiedevano soldi e assunzioni all'imprenditore in cella. Riannoda i fili degli incontro con la vedova del boss dei D'Alessandro e del capo del clan Cesarano. Faccia a faccia con Teresa Martone e Luigi di Martino di cui si è già parlato, più volte, nell'aula di Torre Annunziata. Pupetta Maresca non è la sola a chiedere assunzioni. Alla stessa porta bussano i fratelli di Paolo Carolei. Hanno chiesto al cognato di Greco di assumere il figlio di Raffaele Carolei, Domenico, ma l'impegno non è ancora stato rispettato. "Tu devi fare così. Quelli ti rompono la testa. Io sono un uomo, quando vengono da me devo dare risposte" dice infastidito Greco al responsabile del personale per l'azienda del cognato. Un'assunzione per rispetto del fratello Paolo Carolei, boss alleato ai D'Alessandro attualmente in carcere. "Quello lo devi prendere. Vedi che ce l'hanno anche a te. Hanno ragione, dovete essere precisi con chi sta per strada" insiste Greco che non sa di essere intercettato". Sempre a Greco si rivolge Vincenzo d'Apice, affiliato al clan Cesarano, che dal carcere gli manda la moglie per fare assumere la figlia ad un altro imprenditore amico. Un'altra assunzione per non scontentare il clan.
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10-12-2019 18:28:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA