Prima l'aggressione, in trenta picchiano una insegnante di sostegno e il padre arrivati per portarla via. Lontana dalla scuola dove ha rischiato il linciaggio per accuse di abusi sessuali di cui le mamme dicono ci siano prove in una chat. Mentre va avanti una doppia inchiesta, l'arcivescovo Francesco Alfano si rivimge ai genitori: "No a farsi giustizia da soli". E scrive una lettera aperta alla comunità di Scanzano.
"Carissimi, gli eventi accaduti negli ultimi giorni presso l’Istituto Salvati ci hanno profondamente colpiti e addolorati. So che quanto successo ha provocato smarrimento, turbamento e domande difficili nella vostra comunità. In questo momento, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti voi e a chi è stato coinvolto in questa dolorosa vicenda.
Ogni forma di violenza è inammissibile e contraria alla dignità umana, senza eccezioni. Come cristiani e cittadini, siamo chiamati a ripudiare qualsiasi gesto di aggressione e a ricordare che solo il rispetto reciproco può costruire una società giusta e pacifica.
Allo stesso tempo, invito tutti a un atteggiamento di prudenza e di responsabilità in particolare i genitori coinvolti. È necessario attendere con fiducia che le autorità competenti facciano chiarezza sui fatti, evitando giudizi affrettati o reazioni impulsive che potrebbero essere d’ostacolo al corso delle indagini. Nessuno si faccia giustizia da solo!
Sono consapevole di come quanto accaduto tocchi profondamente la vostra comunità. Questi momenti di dolore e incertezza ci interpellano come Chiesa, spingendoci a vivere la nostra missione con maggiore intensità: essere testimoni di carità, di dialogo e di pace. È un appello a riflettere, a pregare e a custodire l’unità della nostra comunità, affinché nessuno si senta abbandonato o escluso.
Desidero anche informarvi che sono in contatto diretto con il vostro parroco per seguire da vicino la situazione e valutare insieme eventuali passi da compiere per accompagnare la comunità in questo momento difficile. Vi assicuro che continueremo a lavorare con impegno per promuovere serenità e dialogo.
Confido nel vostro senso di responsabilità e nella forza della vostra fede. Vi assicuro la mia preghiera e il mio sostegno affinché, attraverso il dialogo e il discernimento, possiate affrontare questa prova con coraggio e serenità".