LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il processo

Castellammare, imprenditore con un ras per imporre il pizzo: le mani del clan sugli appalti

Daniele Imparato con Carmine Barba, l'uomo di Scanzano indagato dalla Dda

di Redazione
Castellammare, imprenditore con un ras per imporre il pizzo: le mani del clan sugli appalti

Non era solo. Si fece accompagnare da un uomo del clan per chiedere il pizzo sui lavori di restyling della piazza più importante di Castellammare. L'imprenditore stabiese, Daniele Imparato era in compagnia di Carmine Barba quando si presentò a chiedere soldi al titolare di una ditta edile vincitrice di un appalto per un'opera a piazza Umberto I. "Dammi il lavoro e togliamo l'ammuina o paghi" intimò al concorrente. Chi lavora a Castellammare deve sottostare alla legge di Scanzano pagando "una tassa" alla cosca o cedendo il lavoro in subappalto. Condannato a quattro anni in primo grado, Imparato era accompagnato quando si presentò sul cantiere nel 2017. La prima udienza del processo di Appello ha inserito nella storia, infatti, un nuovo protagonista nella ricostruzione dell'estorsione. Il giovane imprenditore stabiese era in compagnia di un uomo del clan D'Alessandro, come ha sostenuto il Pm dell'Antimafia Cimmarotta, che ha iscritto l'uomo di Scanzano nel registro degli indagati come scrive il quotidiano Metropolis. Sarebbe stato il ras a imporre alla vittima il pizzo del 3% sull'appalto da versare nelle casse del clan, secondo la mappa che assegnava ai D'Alessandro il controllo del centro di Castellammare. Uno spaccato inquietante su come le cosche traggono profitti imponendo col terrore la loro legge a imprenditori e commercianti.
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12-01-2020 17:44:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA