"Non chiuderemo il Santuario della Madonna della Libera". È la parola del frate Gerardo Savarese che come responsabile provinciale dei Cappuccini prende l'impegno per il suo ordine. Smentita qualsiasi trattativa di vendita. Le difficoltà restano. La crisi di vocazione e i problemi economici per gestire un complesso così ampio, hanno di fatto già ridotto le attività del luogo di culto a cui tanti stabiesi sono legati. Qualche messa e l'apertura in caso di matrimoni ogni tanto. Uno solo tra i monaci vive nella zona collinare di Castellammare e un altro arriva quando possibile a dare una mano. Quattro i frati morti per Covid durante la lunga emergenza, tra loro anche padre Angelo che era l'anima e la storia del Santuario. "Da un secolo ci occupiamo di questa struttura e non venderemo a nessuno" dice il responsabile che, in queste settimane, ha anche parlato del caso con il vescovo Alfano e ricevuto una lettera dal sindaco Cimmino. "Siamo contenti se si attiveranno collaborazioni. I costi della struttura sono alti e il problema della crisi di vocazione esiste" spiega al Mattino frate Gerardo. Alla notizia della chiusura del Santuario si sono attivate mobilitazioni, appelli e anche richieste di incontri. Al momento il Santuario resta aperto.