Estorsioni e ditte imposte agli imprenditori del mercato dei fiori. Dure condanne al boss dei Cesarano e ai suoi uomini più fidati. Dieci anni a Luigi Di Martino, otto a Giovanni Cesarano, sei anni e mezzo ad Aniello Falanga, cinque anni per Luigi Di Martino o' cifrone. La sentenza al termine del processo partito dall'operazione del giugno scorso, con i giudici del Tribunale di Napoli che hanno amche aumentato le pene rispetto alle richieste della Direzione distrettuale Antimafia. Millecinquecento euro da versare al clan Cesarano il dieci di ogni mese. E i fiorai, che non erano puntuali, venivano minacciati e picchiati. Più una tassa allo scarico e carico di 700 euro al mese sempre come pizzo alla cosca di Ponte Persica. Soldi che gli imprenditori versavano in silenzio, al massimo decidendo di andare via dal mercato dei fiori. Un business a cui si aggiungevano i guadagni di una società per il trasporto dei fiori dall'estero che ormai agiva in regime di monopolio, gestita dai cognati del boss Luigi Di Martino. Un quadro ricostruito dagli inquirenti che trova conferma nelle dure condanne dei giudici.