Il monopolio delle pompe funebri grazie al clan D'Alessandro. In cella l'imprenditore Alfonso Cesarano, ai domiciliari il resto della famiglia. Sequestrati i conti correnti e le sedi delle società anche fuori città. Cesarano è accusato di avere gestito l'affare dei funerali avvalendosi del potere della cosca di Scanzano. L'operazione, questa mattina all'alba, quando i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno portato in cella Alfonso Cesarano e messo ai domiciliari il resto della famiglia. L'ordinanza, emessa dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di Alfonso Cesarano, di 61 anni, Saturno Cesarano, 58 anni, Alfonso Cesarano, di 62 anni, Giulio Cesarano, di 58 anni, Catello Cesarano, di 30 anni, Michele Cioffi, di 44 anni. L’attività d’indagine, corroborata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, consentiva di contestare il legame tra Alfonso Cesarano e i clan camorristici, rivelando l’ingerenza della criminalità organizzata stabiese anche nel settore dei servizi funebri, attraverso il consolidamento ed il mantenimento di una gestione monopolistica, tale da impedire l’ingresso ad altre imprese concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi. Emergeva, altresì, l’esistenza di taciti accordi tra le imprese di onoranze funebri operanti sul territorio, aventi ad oggetto la determinazione di vere e proprie “competenze territoriali”, dalle quali non era possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dall’organizzazione criminale che governano lo specifico settore. Il capo della società e la sua famiglia sono ritenuti responsabili a vario titolo di concorso nel trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite dell’associazione di tipo mafioso denominata clan D’Alessandro, nonché avvalendosi della forza intimidatrice della cosca di Scanzano.
L’odierno provvedimento trae origine da una più ampia ed articolata attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, dal 2013 al 2016. Sulla scorta degli elementi acquisiti nel corso di quell’indagine, in data 31 Maggio 2016 è stato emesso avviso di conclusioni indagini preliminari nei confronti di Alfonso Cesarano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo gli inquirenti l'imprenditore è colui che ha gestito e gestisce “in maniera monopolistica” il settore delle onoranze funebri nel territorio di Castellammare grazie alla protezione del clan D’Alessandro.
Dopo la notifica del c
provvedimento, l'imprenditore, che dal dicembre 2013 era titolare, unitamente al cugino e ai fratelli Giulio e Saturno, ciascuno del 25% delle quote sociali della “IMPRESA FUNEBRE CESARANO S.R.L.”, ha ceduto l’intera sua quota di partecipazione. Alla luce dei conseguenti accertamenti di polizia giudiziaria ed a seguito di plurimi servizi di osservazione, è stata accertata la sua costante presenza alla guida e gestione dell’impresa, segno tangibile che le quote sociali erano state solo fittiziamente intestate ai suoi parenti al fine di sottrarle ad eventuali sequestri.
Approfondendo la situazione societaria della famiglia Cesarano, si è accertato, altresì, che lo stesso imprenditore, nel 2013, aveva effettuato una operazione simile dimettendosi dalla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di altra società funebre, la CESARANO NICOLA POMPE FUNEBRI COOPERATIVA, oggi non più attiva, in favore del nipote Catello Cesarano. Le dimissioni erano l’immediata conseguenza dell’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli in data 7.12.2012 nei confronti della società di servizi cimiteriali “CARONTE s.a.s.”, della quale era socia accomandataria la moglie di Alfonso Cesarano, nonché della decisione della commissione di gara per l’assegnazione dei servizi cimiteriali a Castellammare di non procedere all’espletamento della gara, a cui partecipava la CESARANO NICOLA POMPE FUNEBRI COOPERATIVA. Successivamente, Alfonso e Catello Cesarano trasferivano fittiziamente due rami d’azienda della “CESARANO NICOLA POMPE FUNEBRI COOPERATIVA in capo ad una nuova società, la “SERVIZI FUNEBRI s.r.l.”, costituita ad arte ed intestata a Michele Cioffi, che rilevava altresì il ramo d’azienda della CARONTE s.a.s., continuando a svolgere i servizi cimiteriali a Castellammare di Stabia.
Al termine delle operazioni Alfonso Cesarano è stato associato presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano; gli altri indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso i rispettivi domicili.
Scattato anche il sequestro preventivo delle quote societarie ed i beni aziendali e strumentali delle due società operanti nel settore dei servizi funebri e cimiteriali, la “SERVIZI FUNEBRI S.R.L.”, con sede in Castellammare, e la “IMPRESA FUNEBRE CESARANO S.R.L.” con sedi a Scafati e Vico Equense, per un valore totale che si stima pari a 7.500.000 euro.
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