MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, il magistrato Criscuolo: 'Per 30 anni città non governata'

Il magistrato: 'Nessuna opera pubblica e quartieri abbandonati'

di Redazione
Castellammare, il magistrato Criscuolo: 'Per 30 anni città non governata'

"Da oltre 25 anni non siamo governati e questo crea sfiducia tra gli stabiesi". È duri il giudizio del giudice per le indagini preliminari Mariaconcetta Criscuolo su quanto avviene da decenni a Castellammare. Il magistrato ha focalizzato la sua attenzione sulla mancanza da oltre trent’anni di un governo cittadino: "Nessuna opera pubblica realizzata, nessun quartiere periferico migliorato e tanto altro di negativo che ha privato il cittadino a sperare, ad avere fiducia nelle istituzioni e che ha agevolato il prosperare delle illegalità, il favorire le collusioni, a volte anche inconsapevoli, con la criminalità organizzata". E poi fa un esempio: "In tanti anni realizzata solo la villa comunale e pure ci sarebbe da dire".

“Per un territorio libero e legale – Per una cittadinanza responsabile”. Questo il tema che si è sviluppato nell’incontro pubblico organizzato dall’associazione socio culturale ODV l’Incrocio delle Idee che si è tenuto il 20 marzo scorso all’interno del salone Luisella Viviani.

Alla presenza di numerosi cittadini i giornalisti Tiziano Valle e Giovanni Mura hanno posto domande ai tre ospiti che ben volentieri hanno dato la loro disponibilità ad affrontare un tema non facile per le finalità che il sodalizio si è posto, impegnativo e che sicuramente merita discussioni e riflessioni continue.

Mariaconcetta Criscuolo Magistrato presso l’Ufficio GIP del tribunale di Torre Annunziata, Rosa Vieni sociologa, del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità che svolge la sua attività presso il carcere di Airola e don Ciro Cozzolino prete impegnato in prima fila alla lotta contro la criminalità organizzata e referente dell’associazione Libera di Torre Annunziata.

La domanda che il gruppo dirigente del sodalizio si è posto, è come associazione e come singoli cittadini cosa è possibile fare per contribuire a contrastare il grave fenomeno delle illegalità diffuse, a creare momenti di recupero per cittadini al limite, per creare un minimo di prevenzione.

Al netto del ruolo della giustizia e di tutti gli organismi a essa collegati e il ruolo delle forze dell’ordine, il loro contrastare e limitare questa potente organizzazione criminale che ha una grande capacità di corruzione, di infiltrazione, di violenza e di minaccia della democrazia e della vita dei cittadini manca, la lettura e la conclusione del sodalizio è che manca la prevenzione.

Conclusione ovvia che comunque è priva di risposte concrete che vanno, consapevolmente con la fatica che il tutto richiede, ricercate giorno per giorno, momento per momento.

 

La sociologa Rosa Vieni ha illustrato come sono possibili recuperare tanti ragazzi che hanno commesso crimini e sono detenuti così com’è possibile, con azioni concrete, confronti, piccoli gesti, operazioni minime, aspetti che possono creare problemi alle organizzazioni mafiose e limitare il reclutamento di ragazzi.

Sconfiggere la cultura dei sotterfugi, delle furbizie, delle piccole e grandi disonestà, all’individualismo dilagante, questo uno dei concetti esternati da don Ciro Cozzolino oltre ai tanti episodi dolorosi legati ad azioni camorristiche che ha raccontato dall’alto del suo operare giornaliero come sacerdote e come referente dell’associazione Libera. 

Tanto altro è stato affrontato nel corso dell’interessante serata, impossibile da riportare in questo che vuole essere solo un articolo e che ha offerto spunti di riflessioni, azioni concrete che possono essere messe in campo e concretizzate da associazioni e singoli cittadini cui è richiesta assoluta attenzione, per vivere in una comunità e non solo abitare, per una qualità della vita migliore per tutti in una città che merita sicuramente altro. 


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23-04-2023 20:12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA