LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, il gruppo Vescovini: 'Assumiamo 60 operai e non ci frega niente della Meb'

Duro il giudizio: 'Non siete abituati a chi non vuole soldi pubblici'

di Redazione
Castellammare, il gruppo Vescovini: 'Assumiamo 60 operai e non ci frega niente della Meb'

Il gruppo Vescovini intende acquisire lo spazio di mercato lasciato dai Fontana, pronti a trasferirsi al Nord. Dopo il contatto con il sindaco di Castellammare, il nuovo imprenditore decide di annullare i passaggi istituzionali e rivolgersi direttamente agli 81 operai che da settimane vivono alla periferia della città fuori alla fabbrica. Alessandro Vescovini sceglie Facebook per scoprire le sue carte e mette sul piatto sessanta assunzioni da fare scattare il primo febbraio. Dichiarando di non avere nessun interesse a comprare lo stabilimento. Quindi in questo percorso per una ventina di operai si tratterebbe di accettare la proposta dei precedenti proprietari Meb o restare disoccupati. "Buongiorno a tutti, Facebook è una straordinario strumento per entrare in contatto DIRETTO tra le persone ed evitare intermediazioni che spesso complicano le cose. Da ora in poi potrete parlare direttamente con me, risponderò su questa pagina ad ogni vostra domanda". La trattativa, che riguarda anche lo stabilimento in vendita, prende una strada irrituale. "Per prima cosa, come ho già detto in ogni circostanza, il nostro interesse per la Meridbulloni è ESCLUSIVAMENTE verso i lavoratori e la loro professionalità. SBE-VARVIT è un gruppo in costante crescita e necessita di aumentare la propria forza lavoro. A noi interessate voi, a noi interessano molto poco i soldi pubblici, in tutti questi anni abbiamo sempre utilizzato le nostre risorse che derivano dal nostro lavoro di due generazioni di imprenditori e non abbiamo MAI ricevuto contributi pubblici. Perchè so che può sembrare strano ma noi la ricchezza pensiamo di crearla insieme a voi, non di rubarla a qualcuno e per creare ricchezza occorre fare squadra, creare una organizzazione efficiente, creare una unità di intenti. Questa è la sfida che ci attende nei prossimi anni Per questo motivo, senza aspettare i tempi canonici delle trattative sindacali e politiche, abbiamo deciso di partire con i colloqui di lavoro già dalla prossima settimana e con le assunzioni dal primo febbraio". Duro il linguaggio che appare anche come un messaggio a Comune e Regione con cui il gruppo Vescovini dovrà affrontare una serie di questioni. "Il piano è molto semplice: assumeremo da subito una forza lavoro congrua per il piano industriale che abbiamo in mente, dalle 50 alle 60 persone, in funzione delle professionalità che riscontreremo e cosa più importante INVESTIREMO 7-8 milioni di euro, soldi nostri, non di pantalone. I macchinari DI NUOVA GENERAZIONE, non le macchine di mio nonno sulle quali avete lavorato fino ad ora, impiegheranno un anno per arrivare ed essere installate, nel frattempo verrete a Monfalcone, vitto e alloggio pagato per apprendere ed inserirvi nei nostri standard. Durante il periodo di formazione, una volta ogni tre settimane tornerete nella vostra terra e dalle vostre famiglie ed il viaggio di trasferimento ovviamente sarà a carico dell'azienda". Poi anche un giudizio pesante verso gli imprenditori del Sud. "So che non siete abituati a queste cose dalle vostre parti, ma gli imprenditori veri ed in Italia per fortuna ce ne sono ancora molti, fanno cosi'. Certamente avremo delle agevolazioni fiscali, certamente il territorio ci aiuterà trovando un immobile e ristrutturandolo, ma prima della decisione di Fontana di chiudere lo stabilimento non avremmo mai pensato di venire ad investire in Campania. Noi lo facciamo per la professionalità da voi acquisita negli anni, che è un asset strategico sul quale vogliamo investire e abbiamo pensato che da questa decisione scellerata possa nascere una nuova opportunità per noi e per voi . E su questo scommettiamo il nostro tempo ed il nostro denaro. Per concludere, come ho già detto sia alle istituzioni che al sindacato, dell'immobile dei Fontana non ce ne può fregare di meno. Per prima cosa perchè noi siamo industriali e non albergatori, ma principalmente perchè non intendo avere nulla a che fare con un gruppo contro il quale combattiamo amabilmente da ben due generazioni. Credo proprio che in zona non manchino capannoni vuoti o dismessi e credo che non sia impossibile per il territorio procurarcene uno in tempi brevi. Presto ci conosceremo tutti di persona, vi verrò a trovare in fabbrica di sicuro. Perchè, nel totale rispetto del sindacato e delle istituzioni, che ringrazio per la grande e totale disponibilità che ci hanno dimostrato, la cosa più importante è conoscerci personalmente perchè ciò che determinerà il successo od il fallimento di questa operazione è solo la capacità di fare squadra tra noi".
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18-01-2021 09:52:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA