"Ora sarai libera dalla fatica e dal dolore". Arriva all'altare sorretta dal figlio Ida Scarpato, ma vuole parlare alla figlia e lo fa come solo una donna forte come lei avrebbe saputo fare. "Dicevi sempre che volevi essere un pesciolino o un uccelino, adesso puoi. Il tuo sorriso illuminerà i popoli del mondo". Usa le parole del cuore l'ex consigliera comunale di An che, in passato, ha saputo anche utilizzare i toni forti della denuncia contro le ingiustizie e il malaffare a Castellammare. Ma questa mattina a salutare la sua Manuela è la mamma: "Non ti posso più abbracciare fisicamente, ma continuerò a farlo con lo spirito" dice in quello che non è un saluto alla sua bambina perché il suo cammino proseguirà con lei. "Un cuore pieno d'amore". Così la mamma e il fratello hanno voluto si ricordasse Manuela Ghezzi. Tanta folla e commozione per l'ultimo saluto alla giovane manager morta in un incidente stradale in Sud Africa. A dieci giorni dalla tragedia, i funerali nella parrocchia del Carmine questa mattina. Sul manifesto funebre l'immagine della ragazza felice durante un volo col paracadute. L'ultimo momento bello prima della morte durante un'escursione con gli amici lunedì scorso. Prova a confortare amici e parenti nella sua omelia don Mario di Maio Il prete che ha visto crescere Manuela e partire. Il suo è anche un grido di allarme: "A Castellammare come persone facciamo pena. Quanti giovani come Manuela sono costretti ad andare fuori per affermarsi. Noi viviamo in una cultura mafiosa e ci siamo rassegnati. La malavita non è solo nella camorra, ma anche nella cattiva amministrazione. Conosco commercianti che, abbandonando certe amicizie, trovano difficoltà ad andare avanti. Questo ci mortifica. I cittadini onesti sono rassegnati, siamo tutti adattati a questo destino". Ma l'omelia non rituale di Don Mario è anche un monito a tornare al tipo di impegno che ha contraddistinto la vita politica di Ida Scarpato e quella professionale della figlia, morta quando aveva realizzato il suo sogno a Londra: "Manuela ci dice che non bisogna rassegnarsi. Giovani come Manuela non devono andare fuori con le risorse che ci sono a Castellammare. La sua mamma nella politica ha cercato di vivere con impegno questi valori. Ci vuole una rivoluzione prima di tutto culturale". Poi l'aspetto più intimo per dare coraggio ai familiari nel momento del dolore che non trova spiegazione: "Un ragazzino di 15 anni, morto di leucemia fulminante, ai suoi amici diceva: Dio non ci vuole fotocopie. Siamo tutti originali". A ringraziare la folla di tanti amici commossi nella chiesa del Carmine il fratello di Manuela: "Grazie a tutti per come ci siete stati vicini. Il 16 ottobre ho avuto un bimbo. Si chiamerà Manu come la zia che non ha potuto conoscere, ma di cui gli parlerò sempre".
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