LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Castellammare, il clan nella discoteca Plan B: svelato il giro d'affari di Spagnuolo e i suoi soci

Sequestrate le quote della discoteca preferita dai giovanissimi

di Redazione
Castellammare, il clan nella discoteca Plan B: svelato il giro d'affari di Spagnuolo e i suoi soci

Una discoteca gestita dal clan D'Alessandro. Sequestrate le quote societarie del locale preferito da centinaia di giovani che, ancora quest'estate, sceglievano il Plan B per le loro serate. Foto di uomini della cosca stabiese accanto a importanti bottiglie di champagne, volti noti del mondo dello spettacolo e soprattutto tantissimi ragazzi da Castellammare, ma anche dal resto della provincia. Un mix che ha acceso i riflettori degli investigatori e della Dda. Per gli inquirenti dietro al giro d'affari c'era un solo proprietario la cosca di Scanzano. Un'accusa che è costata un nuovo provvedimento d'arresto al colonello dei D'Alessandro Nino Spagnuolo. 

Ma nell'inchiesta anche un giro più ampio. Indagato con lui Giuseppe Rossi, stabiese di 33 anni, sulla carta il proprietario della discoteca alla periferia di Castellammare e per gli inquirenti solo un prestanome. Il vero socio di Spagnuolo sarebbe stato invece Alessandro Somma, anche lui stabiese, poi diventato vittima di una estorsione da parte dell'uomo del clan.

Arrestato, invece, Massimo Terminiello, quarantenne di Sorrento. Insieme a Spagnuolo sono accusati di avere imposto i cosiddetti “buttafuori”, in molti casi pregiudicati, ai titolari di bar e discoteche della Penisola sorrentina, “inquinando” la vita notturna sorrentina e alterando anche le dinamiche economiche connesse alle attività commerciali collegate al divertimento notturno. Stessa accusa anche per il quinto indagato a piede libero: Salvatore Lo Brutto. 

Ai “buttafuori” fornivano anche un “paravento”: un contratto stipulato con un’agenzia di sicurezza attiva ed operante nel Napoletano sebbene la maggior parte del personale inviato nei locali, non era munito delle necessarie autorizzazioni. Anzi, il più delle volte si trattava di personaggi che non avrebbero mai potuto ottenere tali autorizzazioni in quanto gravati da precedenti penali e/o di polizia.

Le indagini condotte dal commissariato di polizia stabiese e coordinate dal dirigente Pasquale Auriemma. 

A capo del gruppo, secondo gli inquirenti della DDA, c’era Spagnuolo il quale, sebbene agli arresti domiciliari, dettava disposizioni, indicando il personale da mandare ai locali, stabilendone i compensi e le mansioni ed affidando l’esecuzione ed il controllo di quanto stabilito al suo fidato collaboratore Massimo Terminiello.

Le indagini hanno anche consentito di accertare che Nino Spagnuolo era il vero titolare della nota discoteca “Plan B” fittiziamente intestata ad altro indagato stabiese impegnato in altri lavori saltuari ed occasionali. Anche per la gestione della discoteca lo Spagnuolo utilizzava quale suo fidato braccio destro Terminiello, che si occupava delle incombenze da eseguire in loco. Da ieri Terminiello si trova in carcere, mentre a Spagnuolo il provvedimento è stato notificato in cella a Fuorni dove già si trovava per altri reati. 


Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere

22-12-2020 13:51:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA