"Siamo in trincea e ogni nostro sforzo deve essere diretto a vincere questa guerra". Eutalia Esposito scrive una lettera indirizzata a Palazzo Farnese. Il capogruppo consiliare del "Partito della città" ha comunicato al Presidente Ungaro che nel prossimo periodo dovrà dedicarsi esclusivamente al suo ruolo da primario del San Leonardo. "Il momento storico che stiamo vivendo ci ha messo di fronte ad una situazione drammatica, difficilmente prevedibile e di ancor più difficile gestione. Ci troviamo di fronte ad una 'pandemia' causata da un agente patogeno di cui, ad oggi, nessuno conosce il comportamento, le modalità di trasmissione, la reale pericolosità e i possibili esiti a distanza. La prima fase della pandemia, quella che ci ha colpiti in primavera, ci ha lasciati sgomenti ed atterriti. La paura dei primi giorni ha lasciato gradualmente il posto al "senso di impotenza" che ci ha colpiti quando abbiamo visto le immagini televisve delle bare trasportate dai mezzi dell'esercito in processione a Bergamo. Questi sentimenti hanno colpito sia chi è stato costretto al lockdown, sia noi operatori che non abbiamo mai cessato di prestare la nostra assistenza in Ospedale, ed abbiamo toccato con mano sia la sofferenza di chi veniva infettato dal virus sia la paura di tutti quelli che venivano in contatto con il "caso" interessato, paura che gradualmente si trasformava in "istinto di sopravvivenza" e poi, come avviene spesso nei momenti di grossa difficoltà, in maldicenza ed in caccia all'untore. A questa prima fase ne è seguita una seconda, nella quale Si è assistito ad un progressivo calo di attenzione da parte della popolazione, una fase in cui, per le comprensibili esigenze legate al necessario rilancio dell'economia, abbiamo visto la libera e irrefrenabile circolazione dei cittadini e gli assembramenti nei luoghi di villeggiatura, nelle discoteche, nei ristoranti, nelle strade della Movida". Un racconto degli ultimi mesi vissuti tra tante difficoltà nel reparto di ginecologia del San Leonardo: "Illustre Presidente, anche in questa seconda fase, noi non abbiamo abbassato la guardia, anzi, abbiamo approfittato della tregua che il virus ci concedeva per mettere a punto i percorsi da seguire, dotare tutto il personale dei DPI necessari, sperimentare i test diagnostici (sierologico, test rapido, tampone "urgente" ecc.) e prepararci alla ripresa della malattia anche quando sembrava che i casi fossero rari e i ricoveri sporadici. Oggi il paese sta vivendo una nuova emergenza, determinata da un aumento vertiginoso del "contagio" e, soprattutto, da un aumento dei ricoveri nei reparti dedicati, nei quali i posti letto vengono saturati gradualmente. In questa seconda fase il personale sanitario è chiamato ad un sacrificio eccezionale. Purtroppo i numeri che a marzo avevano interessato solo le zone della Lombardia oggi stanno per investire le nostre latitudini. Il dato positivo è che noi, rispetto a qualche anno fa, siamo più preparati. I pazienti sembrano rispondere meglio alle terapie e, soprattutto, sono più rapide le risposte ai test diagnostici che ormai sono largamente disponibili. Questo ci lascia sperare che andrà tutto bene". Ma per il momento l'impegno deve essere massimo, spiega il primario: "Con queste premesse, Egregio Presidente, mi trovo costretta ad annunciare che, con il grande malincuore dettato dalla mia sensibilità istituzionale, non potrò più partecipare alle riunioni delle Commissioni di cui faccio parte. Infatti il mio ruolo di medico e di Direttore della VOC di Ginecologia ed Ostetricia dell'Ospedale della nostra città, richiedono una sempre maggiore presenza in reparto per garantire l'assistenza alle pazienti e per l'organizzazione dei percorsi clinico-assistenziali in un momento di cosi grande emergenza".
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