''Coinvolgere la città e le sue competenze'' in questa fase è l'invito che DP rivolge alla triade commissariale. ''Il PUC è uno strumento di programmazione essenziale per ragionare del futuro della città, per dare credibilità agli obiettivi e alle proposte che saranno messe in campo anche con l’approssimarsi della campagna elettorale. Un documento atteso da qualche tempo che rappresenta strumento essenziale per avere una visione d’assieme della città e del territorio circostante e un quadro certo di norme a sostegno di azioni, programmi e progetti attuabili in tempi altrettanto certi. Un quadro, insomma, per non lasciare spazio a incertezze, a dubbi interpretativi e discrezionalità che potrebbero favorire interessi speculativi e/o legati a interessi criminali. In questa fase particolare della vita di Castellammare, ancora di più, quindi, bisognerebbe rafforzare il coinvolgimento della città, delle competenze, per sciogliere nodi e rilievi evidenziati dagli altri livelli istituzionali chiamati a esprimere il loro parere, prerequisito per pervenire all’approvazione del piano. Il ciclo di programmazione dei Fondi comunitari, nazionali e regionali ha offerto alla Città, con i finanziamenti stanziati, una rilevante e irripetibile occasione per riprendere obiettivi individuati negli anni, per superare anche errori e ritardi''.
Dp guarda al ''recupero delle Antiche Terme, riqualificazione del centro antico (in attuazione della linea progettuale “Piani Urbani Integrati”), progetti candidati al piano strategico della città Metropolitana, programma PINQuA di recupero e rigenerazione del quartiere Savorito, rifunzionalizzazione della linea ferroviaria Castellammare – Gragnano (finanziamento CIS), opere inserite nel Grande Progetto Pompei''. ''Il documento urbanistico è essenziale, non solo per verificare, ai fini della cantierabilità, la coerenza e la conformità delle opere richiamate, ma rappresenta anche la base forte e coerente per dialogare con gli altri strumenti di programmazione che sono stati attivati. Ci riferiamo alle scelte che Regione e Città M. stanno operando in materia urbanistica, con gli obiettivi della Zes, per la definizione con l’ASI della destinazione da assegnare alle aree industriali dismesse; infine, per le stesse opere a terra di M.di Stabia, con i programmi per lo sviluppo del Porto e di Fincantieri, per la riqualificazione del patrimonio edilizio Comunale, di quello dell’ACER ex IACP, del programma ERP. Oltre questi aspetti, ne vogliamo evidenziare uno recente e altrettanto importante, che naturalmente non potrà che essere oggetto -per le implicazioni dovute al Put- di un accordo di programma: l’investimento di 180 milioni per realizzare il nuovo Ospedale in una parte dell’area delle N.Terme. Lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorriste ha oggettivamente alterato l’iter procedimentale di definizione del Piano, rallentandone il percorso e la stessa discussione. La Commissione con l’atto di G. C n. 85 del 28.06.2022 ha formulato controdeduzioni e direttive di portata strategiche, dopo le osservazioni pervenute dai soggetti pubblici e privati, innovando alcune indicazioni di piano che si connotano come varianti a quanto già adottato. In tal modo, non solo si è violato il disposto dell’art. 7 del regolamento 4 agosto 2011, n. 5, ma si è di fatto eluso il processo di partecipazione previsto.
Tralasciando gli aspetti e il contenuto tecnico delle nuove linee d’indirizzo e direttive impartite dalla Commissione Straordinaria ai Progettisti, la rivisitazione del Piano ha, infatti, comportato sostanziali modifiche alle impostazioni delle originarie previsioni, alcune certamente condivisibili. Ci riferiamo in particolare al fatto che è preclusa ogni forma di edilizia residenziale pubblica, convenzionata o privata, per i comparti edificatori ipotizzati a “fronte mare”, a favore della funzione prioritaria “alberghiera”, dei servizi al turismo e degli spazi pubblici, nonché le determinazioni adottate per il piano dell’edilizia residenziale pubblica. Questi nuovi indirizzi sono, però, intervenuti dopo la fase delle osservazioni, e per questo avrebbero richiesto la revoca motivata delle modifiche apportate al Puc adottato e una nuova pubblicazione finalizzata alla partecipazione. Non va sottaciuto che la scelta di procedere alla realizzazione di edilizia residenziale pubblica, per soddisfare l’esigenza di abitazioni, impone la previsione di spesa a carico dell’erario e l’indicazione, ancorché sommaria, dell’entità dell’impegno finanziario, nonché l’individuazione delle aree destinate al programma edilizio anche in relazione ai vincoli, anche espropriativi, che su esse aree vengono a imporsi con l’approvazione del piano. In assenza di tali atti gli obiettivi del PUC restano inattuabili e la procedura di approvazione insanabilmente compromessa. In ragione di tutto ciò era stato suggerito alla Commissione per tempo di valutare l’opportunità di riproporre la fase di adozione del Piano.
La Commissione Straordinaria, invece, ha scelto di prendere atto - con le modalità ricordate- dei contenuti recepiti nella delibera N.85 del 28.6.22. Il PUC così integrato è stato trasmesso alla Città Metropolitana il 7.12.22 per acquisire la verifica di coerenza Ci sarebbe da notare, lo facciamo solo per evidenziare i ritardi intervenuti, che la fase di valutazione e recepimento delle osservazioni al Piano, ivi compresa ogni forma di adeguamento scaturente dalle osservazioni pervenute, andava conclusa -pena decadenza- entro 120 giorni dalla sua adozione e, pertanto entro il 28 giugno 2022 e non, com’è accaduto, 8 mesi dopo. Non si riuscì ad approvare il piano entro il 31 dicembre 2022 anche a causa di queste scelte e dei ritardi. 3 L’Area Pianificazione Strategica della Città M. il 6 febbraio 2023, entro i 60 giorni dalla ricezione dell’atto Commissariale n. 175/2022, cioè nei termini di legge, ha formulato ben 15 rilievi, e ha comunicato al Comune che non sussistono gli elementi per esprimere la coerenza ai sensi dell’art. 3 comma 4 del R.R. n. 5/11, fermo restando la competenza della Regione Campania in relazione alla conformità al PUT. Già a partire dal 6 febbraio il Comune avrebbe potuto/dovuto valutarne la fondatezza. Riportiamo i rilievi più significativi, per rendere chiaro che non si tratta solo di aspetti formali, perché afferiscono a carenza della pianificazione riferite: ? alla stima del fabbisogno residenziale calcolato ai sensi della L.R. n. 35/87; ? al dimensionamento delle aree da destinare a standards urbanistici; ? al dimensionamento delle aree per le attività produttive; ? al dimensionamento delle attività terziarie; ? alla perimetrazione degli insediamenti abusivi da sottoporre a Piani di recupero ai sensi dell'art. 23 della L.R. 16/04; ? alle ZES e alla modalità di attuazione delle aree in esse contenute con particolare riguardo alle aree esterne alla perimetrazione delle zone ASI. La natura e la tipologia dei rilievi è tale, a prescindere se si debba o no rispondere alla Città Metropolitana, che il mancato adeguamento alle prescrizioni finirebbe per incidere negativamente, non solo sulla regolarità del procedimento, ma in concreto sugli obiettivi che il Piano si prefigge. Castellammare si troverebbe ad avere uno strumento urbanistico inefficace e inefficiente, che sarebbe da ostacolo ai tentativi di ripresa in atto e alle stesse iniziative dei privati. L’insieme di tali aspetti così riassunti, suggerisce che si valuti l’opportunità di procedere – è possibile che intervenga una nuova proroga- a una riadozione del Piano. Una scelta questa che azzererebbe anche tutte le eventuali inadempienze e irregolarità, e che ci consegnerebbe un Documento urbanistico idoneo a rendere conformi ai programmi i progetti in essere e in divenire. Eviterebbe, tra l’altro, la possibile esposizione dell’Ente a ricorsi e/o vertenze, con ulteriori deleterie dilazioni dei tempi di approvazione del Piano. Il comune sforzo sta nel contribuire alla costruzione del Piano, attraverso un percorso partecipato con tutti gli Attori istituzionali, che non sia un mero atto amministrativo senza reale concretezza operativa. Avere uno strumento di programmazione valido e aggiornato è un obiettivo che serve a Castellammare, diventa imprescindibile per chiunque voglia formulare proposte e programmi, ma soprattutto è una leva decisiva per rimettere in cammino la Città, anche per chi ne riceverà mandato dal voto. Superare questa fase di stallo urbanistico per tutte le ragioni che abbiamo ricordato, diventa davvero un aspetto essenziale per dare certezze ai cittadini, ai professionisti del settore tecnico, agli operatori economici. La possibilità di unificare in un unico Programma di Piano - conclude DP - la valorizzazione dei settori produttivi, il recupero delle funzioni urbane di qualità, la riconversione del patrimonio edilizio dimesso, la riqualificazione e valorizzazione ambientale dei siti storici, archeologici, termali e naturalistici, la rigenerazione dei quartieri periferici e del centro antico, costituisce evento d’irrinunciabile opportunità per attrarre iniziative imprenditoriali, rafforzare e potenziare le realtà produttive presenti, in stretta connessione con le vocazioni specifiche del territorio''.