LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, Greco e i boss: "Diceva a Teresa Martone e Afeltra cosa fare"

L'inchiesta partita dalle dichiarazioni di Salvatore Belviso: "L'imprenditore aveva rapporti coi d'Alessandro"

di Mariella Parmendola
Castellammare, Greco e i boss:

Parlava con Teresa Martone e i fratelli Carolei. Adolfo Greco aveva rapporti con i boss e i loro complici. Anche i Cesarano erano nella lista dei suoi contatti. Mentre il boss dei Lattari, Raffaele Afeltra, frequentava i suoi uffici per chiedere finanziamenti su appalti per opere pubbliche. Incontri avvenuti quando il boss era in libertà vigilata. A decidere quando e dove vedersi non erano i capi dei clan, ma a comandare era Greco. Per vedere l'imprenditore Afeltra simula anche una visita medica. Telefonate e incontri documentati da investigatori che intercettavano le sue telefonate, ascoltavano quanto avveniva nei suoi uffici e seguivano i suoi spostamenti. A volte riprendendoli anche con i video. Greco per tre anni è stato seguito e controllato senza sapere di essere monitorato in ogni sua mossa dagli uomini della polizia. La sua era una relazione alla pari con i capi delle quattro cosche. Al punto che erano i boss ad andare direttamente dall'imprenditore anche quando dovevano chiedere soldi o favori. Nessuno faceva eccezione da Teresa Martone a Franchino Afeltra, uomini o donne al comando dei clan, chiamati al suo cospetto. Incontri coperti dalla distribuzione dei premi per le schede del latte. E' questo il quadro che descrivono gli investigatori nell'aula del Tribunale di Torre Annunziata. Una udienza, svoltasi questa mattina, che entra nel vivo del processo a suo carico. Ma l'imprenditore ha deciso di non esserci. La sua sedia è vuota. Non c'è quando è il capo del pool investigativo a raccontare come è cominciata l'inchiesta che ha capovolto la sua vita. Greco ha rinunciato al collegamento video dal carcere di Secondigliano che ha ripreso come è cominciato il terremoto giudiziario che l'ha travolto, trasformandolo da uomo di potere nel mondo dell'economia e della politica, a imputato in una cella dovecsi trova dagli inizi di dicembre. Una rete di interessi imprenditoriali ampi anche oltre la Campania. Un impero finito al vaglio degli inquirenti quando di Greco comincia a parlare un collaboratore di giustizia. "Fu Salvatore Belviso a indicare Greco come imprenditore dei D'Alessandro". Comincia così Diego Albrizio, della polizia giudiziaria di Napoli, a ripercorrere l'indagine cominciata nel Marzo 2013 che ha riscritto la storia giudiziaria di Castellammare. A colpire gli inquirenti "la società immobiliare che deteneva la Cirio con Tobia Polese come socio". I due protagonisti di un'altra inchiesta che, nel passato, vide Polese e Greco finire sul banco degli imputati per i rapporti con il boss Raffaele Cutolo. Greco, secondo l'accusa, riesce ad annullare le richieste di estorsioni da parte dei clan grazie alle sue amicizie con i boss. Paga solo cifre irrisorie e quando la camorra alza la testa Greco riesce sempre ad uscirsene. "Dice a Teresa Martone, moglie del boss Michele D'Alessandro, di non andare più nel suo ufficio" sostiene l'investigatore in aula. "Greco aveva rapporti socialmente consolidati anche con gli Afeltra" continua il testo chiamato a deporre dal pm della Dda, Cimarrotta, che così completa la mappa della relazione con le cosche. Con gli uomini al comando delle organizzazioni dei Lattari l'imprenditore risolverebbe problemi in più ambiti dalla sanità alle pratiche urbanistiche. "Favori che Greco avrebbe fatto direttamente al boss Raffaele Afeltra" con alcuni uomini di fiducia che facevano da contatti. Tanto da consigliare ai boss come fare le estorsioni. "Tuo fratello non capisce nulla, gli dico io come si fa" è quanto Greco avrebbe detto direttamente al fratello di Raffaele Afeltra. Un castello di accuse che ora toccherà alla difesa smontare.
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01-10-2019 13:37:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA