Camicia bianca e pantaloni scuri. Guarda tramite le telecamere come gli avvocati provano a dimostrare che in carcere non può più stare. Dimagrito di molti chili, è provato. Greco, da dicembre, è passato dalla sua vita di imprenditore e regista influente della politica a Castellammare a detenuto in cella nel carcere di Secondigliano. "Il mio assistito è malato" ha detto ai giudici ieri mattina l'avvocato Stravino. E' stato Adolfo Greco il protagonista della seconda udienza del processo sulle estorsioni in cui è accusato di avere avuto rapporti con i capi di quattro clan. Imputati con lui il boss del clan Cesarano Luigi di Martino, i fratelli Michele e Raffaele Carolei, Umberto Cuomo e Attilio Di Somma. “Greco è una vittima che non è stata tutelata” questa la tesi che i legali del noto imprenditore proveranno a dimostrare nel corso del processo alle battute iniziali. Strada del tutto respinta dal pm della Dda Cimarotta per cui Greco deve restare in cella: "Le sue condizioni di salute lo permettono". E che nella precedente udienza ha anche depositato un vecchia sentenza per dimostrare come i rapporti tra Greco e la camorra affondano radici nei decenni, dalla relazione con Raffaele Cutolo alla amicizia con Pasquale D'Alessandro che gli avrebbe permesso di costruire la sua posizione di monopolio nella distribuzione del latte. La difesa di Greco, ha inoltre ribadito la volontà di “celebrare il processo” in modo rapido per dimostrare l’innocenza ma anche perché c’è “una persona malata che non può essere sottoposta ad un processo lungo”. I legali hanno chiesto al collegio giudicante, presieduto da Riccardo Sena, di raccogliere tutte le relazioni mediche e valutarle per un’eventuale richiesta di scarcerazione. Resta aperta la questione della validità delle intercettazioni ambientali già posta nella prima udienza. In aula sono state lette anche alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Belviso, poi defunto, che riferisce agli investigatori: “Adolfo Greco è un grosso imprenditore che gestisce camion e si occupa dei rifornimenti ai supermercati di latte e di altri prodotti alimentari, se non sbaglio della Kinder, aveva un contatto diretto con Paoluccio Carolei. […]Paoluccio Carolei ci ha dato un paio di tranche da cinquemila euro ciascuna provenienti da Adolfo Greco. Le due quote di cinquemila euro ciascuna sono state consegnate da Paoluccio Carolei direttamente a me. Il denaro che Paoluccio Carolei riceveva da Adolfo Greco era di importo superiore. Infatti, il denaro consegnato da Adolfo Greco veniva diviso tra D’Alessandro Vincenzo e Paoluccio Carolei e quindi quello che veniva dato a noi costituiva soltanto la parte spettante a D’Alessandro. Le consegne delle tranche di denaro provenienti da Adolfo Greco sono avvenute a fine aprile e ad inizio maggio del 2009. Adolfo Greco aveva pagato anche a Natale del 2008”. Soldi che dimostrerebbero come l'imprenditore fosse una vittima dei clan. Del tutto opposta la tesi della Dda che fa di Greco il punto di unione tra le cosche e il mondo politico-economico stabiese.